Da una parte, tutto il mondo ambisce mettersi in mostra a Milano per l'EXPO 2015, dall'altra l'Italia ha già deciso di non andare a Milano, ma di invogliare i milioni di visitatori stranieri a fare un bel grand tour per la penisola. Perchè gli avveniristici sbalorditivi progetti che alcune fra le più importanti città storiche e d'arte italiane stanno realizzando non si possono portare a Milano, come non si può portarvi il Colosseo o l'Arena di Verona o buona parte di Venezia e, pensate, neanche i bronzi di Riace che, se l'amministrazione regionale calabrese non si deciderà a scucire un bel pò di soldi per la pubblicità, pochissimi si recheranno a vedere nel profondo sud.
Cominciamo dal progetto che trasformerà Venezia da città d'acqua in città di terra. Niente a che fare con il Mose che tutti sanno già cos'è, ma che nessuno può ancora vedere in azione, prima che sia terminato. Il Mose dovrebbe salvare Venezia dalle acque, ma se non ci riuscisse del tutto, ecco il progetto di riserva già in avanzato stato di realizzazione. Alzare, sollevare Venezia sulle acque per evitare che la invadano. Nessuno rida pensando che stiamo dicendo panzane. No, l'esperimento l'hanno fatto già molti anni fa a Trieste, quando hanno dovuto restaurare il Teatro Verdi che aveva le fondamenta fradicie. Lo hanno sollevato e sotto ci hanno fatto iniezioni di cemento, hanno impiantato un fitto sistema di palafitte, proprio come a Venezia, dopo di che sulle nuove solide basi l'hanno riadagiato. E sta ancora lì. A Venezia sembra che il compito sia ancora più semplice. Il Consorzio Venezia Nuova, quello che ha l'appalto generale del Mose, nel quale non crede del tutto e per questo ha fatto del bene a questo e a quello, distribuendo milioni di Euro, sta costruendo una chiatta grande, lunga quanto il Canal Grande, che arriva fin dove si allarga, e cioè davanti a Piazza San Marco.Questa chiatta, attraverso un sistema idraulico di ingegneria civile e marittima viene sollevata da giganteschi pistoni, più alti delle navi che ora attraversano la laguna, al momento in cui sta per arrivare l'acqua alta e così solleva tutta Venezia, che poi non è tanto pesante come si potrebbe pensare, se da secoli è lì appoggiata su palafitte. Quando la marea si abbassa si fa l'operazione inversa e Venezia torna al livello anteriore sull'acqua. A tale progetto guarda con interesse l'intera Olanda che ha , come Venezia, il problema di finire sott'acqua. E sembra che anche in Estremo Oriente il sistema veneziano sia seguito con grande attenzione, pensando che possa recare qualche sollievo in occasione di tsunami. L'unico pericolo sarebbe quello di vedere dove poi va a riposarsi una città sollevata molto in alto. Ma anche ciò ha i suoi lati positivi. Se un governo decide di spostare del tutto una città non ha che da affidarsi alle cure del Consorzio Venezia Nuova.
Ma questo, da quel che si sa, non è l'unico progetto veneziano. Ve ne è un secondo, finanziato da Marchionne, che prevede l'interramento dei canali che attraversano la città storica. In pratica si pomperebbe l'acqua mandandola nel Tirreno con canali che attraversano la pianura padana e finiscono in Liguria,, fino a farle raggiungere il livello desiderato e poi si asfalterebbero tutti i canali, dando finalmente spazio alle macchine che ora sono costrette a restare fuori della bella città.
Un'altra bellissima città del Veneto, Verona, ha in serbo un grande progetto: costruire un tetto per l' Arena. Ha cominciato coprendo la zona palcoscenico, per evitare che la pioggia danneggi le scenografie. Poi quegli intelligentoni dei leghisti si sono accorti che quando piove il palcoscenico resta asciutto, ma il pubblico deve munirsi di ombrelli se vuole continuare a vedere lo spettacolo; ed allora hanno pensato che occorra coprirla tutta. Che è ciò che stanno facendo, lontani da occhi indiscreti. Infatti hanno chiamato il famoso artista impacchettatore, Christo- che non è naturalmente una esclamazione di meraviglia!- che ha ricoperto l'Arena con un grande tendone, in attesa di scoprirla 'tettificata', al momento dell'inaugurazione dell'EXPO.
Roma, infine, per non essere da meno di Verona, avendo anche la Capitale un anfiteatro, il Colosseo, ha deciso di costruirci dentro un pavimento per ospitare lotte fra politici e belve feroci, sperando tutti che le seconde divorino i primi, e trasmissioni televisive del genere' Ballando nel Colosseo'. Il progetto che ha la benedizione del grande Franceschini, console romano, sarà finanziato da Della Valle, il quale chiederà che vi si ospitino spettacoli del genere 'Colisseum on ice', quando dovrà lanciare la sua nuova linea di scarpe, con lame, da pattinaggio.
Infine, e sempre a Roma, per risolvere il problema dei tavolini dei ristoranti e bar che assediano Piazza Navona, Marino ha deciso di impermeabilizzare la piazza, inondarla completamente, costringendo ristoranti e bar a spostare i loro tavolini al chiuso, e poi ospitarvi dei tornei navali, come si faceva un tempo. Il progetto è finanziato interamente dalla Protezione civile che spera di potervi far confluire le acque di una possibile esondazione del Tevere
Da quando queste notizie si sono diffuse, fioccano le prenotazioni turistiche a Roma, Venezia e Verona, più che a Milano dove, per mangiare il risotto e vedere quei quattro padiglioni dell'EXPO, ci si può andare in ogni momento. Pisapia grida al 'colpo di stato'.
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