Per quanto ne abbiamo scritto e riscritto, protestato, gridato, accusato, niente da fare. Quella bella trasmissione di RAI1, 'All'Opera!', con la presenza preziosissima di Antonio Lubrano nella veste di abilissimo narratore non riusciamo a farla tornare in Tv, nonostante che in questi anni, dieci per la precisione dall'ultima edizione, del 2004, e dopo sei dal 1999, ogni estate, vanti numerosissime imitazioni, fuori dalla televisione, nelle piazze ed anche nei teatri medesimi.
Per le imitazione di piazza vanno ricordate per lo meno quelle di Piazza del Popolo, con Gelmetti sul podio, e Proietti narratore.
E per le tante imitazioni, messe in campo dagli stessi teatri che, naturalmente hanno sfruttato il format televisivo per avvicinare pubblici non ancora conquistati dalla bellezza dell'opera, ne segnaliamo due recentissime, del Teatro alla Scala e del Teatro di Cagliari.
Del primo si è dichiarato particolarmente soddisfatto ed anche fiero il sovrintendente Pereira che è riuscito a portare in teatro oltre mille e cinquecento ragazzi per la Cenerentola di Rossini, formato ridotto. Ha raccontato Pereira di aver perseguito la medesima politica già negli anni di Zurigo e poi a Salisburgo. L'attenzione ai giovani, se non altro per creare e coltivare il pubblico di domani, dovrebbe essere messa in campo da tutte le istituzioni culturali italiane, perché l'arte ha bisogno di educazione di abitudine, di sensibilità che non nascono dal nulla.
Anche a Cagliari, nel teatro retto da Mauro Meli, da qualche mese si pensa anche ai ragazzi. Di recente è stata presentata ad una folta platea di studenti 'Traviata', in formato ridotto - e torna sempre l'idea di 'All'Opera!' - con un attore sardo che raccontava ai ragazzi le vicende dell'opera, fra un episodio e l'altro che i loro occhi potevano vedere in palcoscenico, rappresentato a dovere. L'attore sardo chiamato a raccontare era Massimiliano Medda, sembra molto efficace.
A quando il ritorno di 'All'Opera!, presente nei teatri e nelle piazza, e non più in tv? Se la RAI lo volesse potrebbe farlo anche domani, perché della fortunata e molto vista, oltre che gradita, trasmissione, esistono almeno una sessantina di video, con i titoli più noti del repertorio; basterebbe riprenderli e ritrasmetterli, per cominciare; e dopo, magari, pensare ad un ciclo tutto nuovo.
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