Nello steso giorno, oggi, i giornali hanno intervistato due campioni della 'modernità musicale', diciamo così: Lang Lang e Giovanni Allevi. Cogliendo l'uno fra un pausa e l'altra del suo grand tour italiano, e l'altro mentre ascolta le canzoni per il prossimo Festival di Sanremo, chiamato da Carlo Conti a selezionarle.
Dalla bocca del primo, Lang, apprendiamo che lui è sempre attaccato a qualche aggeggio elettronico, non potrebbe farne a meno, in nessun momento del giorno e della notte - che per uno che gira attorno al mondo alla velocità di una trottola, spesso si confondono; dunque sempre. Mentre parla o risponde a telefono, magari aziona il tablet e dall'altro orecchio, lasciato libero, ascolta l'Iphone.
E non è solo, azzardando che se fosse vissuto ai nostri giorni, Mozart avrebbe composto sicuramente con il tablet - poi si corregge e diventa più cauto, ipotizzando tale possibilità, senza darla per certa. Insomma nessuno è più moderno e tecnologico di Lang Lang che naturalmente adora Youtube, con il quale ha fatto l'esperimento di una orchestra dislocata ai quattro angoli della terra per l'esecuzione della 'Youtube sinfonia', un'orchestra che suonava contemporaneamente mandando il suono in un punto comune, dove però non c'era nessuno, cioè sulla piattaforma che aveva dato il nome alla sinfonia, e che perciò arrivava agli ascoltatori occasionali dislocati anch'essi ai quattro angoli del pianeta. E già che alcuni giorni fa, proprio la rete mostrava un esilarante, assai simile esperimento. Un direttore sul podio, in carne ed ossa, davanti una spianata di leggii - la musica era volata via, perché i leggii ed il podio erano all'aperto, in un parco - e lui che li dirigeva, i leggii. Non c'era nessuno davanti ai leggi che suonasse, eppure, miracolosamente, si sentiva il suono di tanti strumenti, come fossero lì presenti, mentre invece erano ognuno a casa sua e tutti collegati via internet.
Un concerto come non si era mai visto ed udito, meraviglie della tecnologia. Esaltazione della idiozia moderna, alla quale anche Lang sembra essersi votato. Come, invece non sembra ancora essersi votato alla causa della libertà, alla difesa dei diritti civili nel suo paese, perché lui è convinto che in Cina vi sia libertà e che i diritti umani e civili siano rispettati. A questa imprevista conclusione l'ha condotto l'uso, quasi smodato, della tecnologia?
Alla fine delle chiacchiere l'unica cosa che ci è rimasta delle rivelazioni epocali di Lang Lang che, quando suona, non è fra i pianisti che preferiamo, è che la tecnologia oggi consente a chiunque di rendere partecipe immediatamente e contemporaneamente, una platea vastissima, quasi infinita, di un messaggio, anche inutile ed insulso.
E' questa la vera unica novità che poi, se guardiamo bene le cose, oggi è stata solo accelerata e potenziata; perchè le premesse esistevano già, da quando le comunicazioni hanno fatto passi da gigante, aiutati anche dai computer ecc... ma non è il caso di stare a spiegare tutto ciò a chi ne sa più di noi.
Dalla tecnologia, pallino di Lang Lang, al bilocale bohèmien di Giovanni Allevi, che non perde occasione per invitarci ad entrare nel suo esilarante mondo segreto dove prendono corpo le sue creazioni. Fra breve, gli ultimi prodotti, uno dei quali, ci spiega con ricchezza di particolari Allevi - che ancora non può permettersi, a Milano, una vera casa, ed è stato visto girare nei giorni delle rivolte delle periferie per le case popolari, mimetizzato, anzi truccato per non farsi riconoscere, nel tentativo di occuparne una - è stato concepito nel corso di una serata in cui si sentiva assediato da una riunione familiare in casa sua. Senza farsi notare s'è sfilato dalla confusione e s'è ritirato nell'altra stanza, dove all'improvviso s'è materializzata una bella melodia - ma allora il casino ispira?- che lui con carta e matita ha immediatamente intrappolato, nel timore che ne uscisse dalla finestra, dalla quale sembrava entrata. E' una bella melodia, ampia - assicura il riccioluto pianista - che ora ha detto definitivamente addio al minimalismo di un tempo.
Ogni giorno sogniamo di essere ammessi da Giovani Allevi nel suo laboratorio creativo segreto, che solo raramente, quando lo decide lui, apre al mondo desideroso di conoscere come nasca la musica. Se solo avessimo una trentina d'anni meno, ci metteremmo alle costole di Allevi e chissà che non riusciremmo a penetrare oltre che nella vit , nei segreti di un grande monumentale musicista che fa musica classica contemporanea.
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