Un appello all’Italia, affinché approfitti della presidenza del G7 per convincere gli alleati europei ad usare i fondi russi congelati all’estero per finanziare l’Ucraina. E poi un ammonimento a chi nel nostro paese ancora strizza l’occhio a Putin, a partire dal leader della Lega Salvini: "Il capo del Cremlino vuole ricostituire l’impero sovietico attraverso le conquiste territoriali. Solo questo dovrebbe far capire a tutti i suoi reali obiettivi". Poi appoggio per la lotta al traffico degli esseri umani, lo sviluppo dell’Africa, le iniziative per regolare l’intelligenza artificiale. E sintonia sullo sforzo comune di fermare la guerra a Gaza, con una soluzione di lungo termine che includa la creazione dello Stato palestinese.
Sono le indicazioni venute dal portavoce del Consiglio per la Sicurezza Nazionale della Casa Bianca, John Kirby, incontrando i giornalisti italiani dopo il vertice tra il presidente Biden e la premier Meloni.
Avete discusso la richiesta americana di usare i circa 300 miliardi di dollari di Mosca congelati all’estero, per finanziare la difesa dell’Ucraina dall’invasione decisa dal Cremlino?
"E’ una scelta sovrana. Ogni nazione deve decidere se e quanto mettere la Russia davanti alle sue responsabilità, e potenzialmente sequestrare questi fondi. La nostra segretaria al Tesoro Yellen ha espresso l’interesse a farlo. Per riuscirci servono due cose: le leggi che consentano il prelievo, perché il presidente non ha tutta l’autorità necessaria per farlo, e l’assistenza di tutti i nostri alleati, che hanno accesso a questi beni. Senza i nostri partner non possiamo farlo".
In Italia ci sono diversi leader politici, come il capo della Lega Salvini, che hanno spesso mostrato simpatie per Putin. Che messaggio manda loro la Casa Bianca?
"Riteniamo che nessuno dovrebbe rendere la vita più facile al capo del Cremlino, e avere relazioni normali con lui. Cerchiamo di dirlo con i nostri atti, come le sanzioni. Ciò continuerà, per aiutare l’Ucraina a difendersi. Senza entrare nelle questioni domestiche dei singoli paesi, non serve molto per vedere quanto Putin stia lavorando per distruggere le istituzioni e il sistema internazionale basato sulle regole, che abbiamo combattuto per creare dalla Seconda guerra mondiale in poi, per sostituirlo con un mondo come piace a lui. Se qualcuno ancora pensa che il capo del Cremlino sia una buona persona, guardi il discorso che ha pronunciato pochi giorni fa. Non ha mitigato in alcun modo il suo desiderio di una Russia come leader globale, che metta a rischio gli stati sovrani. Vuole ricostruire l’impero sovietico con le conquiste territoriali. Sostiene che l’Ucraina non è un paese, e ritiene di doversi difendere dalla Nato e l’Occidente che non lo minacciano".
Come giudicate l’incontro del presidente con la premier?
"Biden vede in Meloni un buon amico e un forte alleato. E’ un leader che condivide gli stessi interessi, le preoccupazioni e le sfide degli Stati Uniti. Meloni è stata anche una forte guida al sostegno dell’Ucraina e per questo le siamo grati".
Durante il loro colloquio, il presidente ha annunciato che inizierete a fare lanci di aiuti umanitari a Gaza. Può dirci quando?
"Siamo in una fase avanzata della preparazione, il primo avverrà presto". Meloni, che ha detto di sostenere la mediazione americana per una soluzione di lungo termine della guerra, è in partenza per l’Egitto. Come può aiutare lo sforzo negoziale? "Ogni supporto internazionale per la stabilità nella regione e la creazione dei sue stati è importante. Le chiavi sono l’Autorità palestinese, Israele e anche l’Arabia. La normalizzazione delle relazioni con lo stato ebraico sarebbe una pietra miliare che aprirebbe la porta alla soluzione".
Volete che il G7 si impegni per regolare il settore dell’intelligenza artificiale?
"Discussioni in questo senso sono già avvenute in seno al G7. Il presidente Biden crede alle promesse dell’intelligenza artificiale, ad esempio per sviluppo e comunicazioni, ma vede anche i pericoli legati a questo strumento, come le violazioni della privacy, la disinformazione, i danni alle infrastrutture. Perciò ha creato una task force all’interno del Consiglio per la sicurezza nazionale, allo scopo di elaborare una strategia per la protezione. Ha portato i leader del settore alla Casa Bianca per stabilire come lavorare insieme, essere più trasparenti, e definire i processi per migliorare gli standard dello sviluppo di questa tecnologia".
Avete discusso il tema del traffico degli esseri umani?
"Sì, e lo prendiamo molto seriamente. Accade anche lungo il nostro confine meridionale, e su questo il presidente ha avuto conversazioni molto approfondite con il collega messicano Lopez Obrador".
L’Italia ha varato il "Piano Mattei" e punta a mettere lo sviluppo dell’Africa al centro dell’agenda del G7. Condividete questa iniziativa?
"Non ho letto il piano e quindi non posso commentarlo, ma noi abbiamo già un forte focus sull’Africa, il suo sviluppo, le infrastrutture. Il presidente ha spinto per inserirla nel piano per gli investimenti destinati al Sud globale. Da allora ha annunciato la costruzione di un corridoio ferroviario nel sud del continente. E’ un suo obiettivo centrale favorire investimenti, infrastrutture e opportunità di sviluppo in Africa, che però siano credibili, valide e trasparenti, a differenza di quanto è accaduto con altri attori. Ad esempio lo Zimbabwe ha ricevuto finanziamenti da altri paesi, che non si sono dimostrati affidabili, e ciò gli è costato".
Sembra che si riferisca alla Cina. L’Italia ha abbandonato la nuova Via della Seta: siete ancora preoccupati dalle nostre relazioni con Pechino?
"Noi non chiediamo ai paesi di scegliere tra gli Usa e la Cina. Ogni nazione deve decidere autonomamente cosa fare. Noi stessi abbiamo una relazione con la Repubblica popolare, e temi su cui lavoriamo insieme, dalla lotta contro la droga Fentanyl ai cambiamenti climatici. Non vogliamo convincere gli altri stati ad avere una relazione con la Cina diversa da quella che preferiscono, ma siamo preoccupati che venga gestita in maniera responsabile. Noi non andiamo d’accordo con loro su tutto. Ci sono tensioni su Taiwan, il Mar Cinese Meridionale, il Medio Oriente, ma ogni paese deve decidere per se stesso. Siamo preoccupati anche per certi investimenti di compagnie americane, ma abbiamo scelto la linea del de-risking, ossia la riduzione dei rischi, non quella del decoupling, ossia l’interruzione dei rapporti commerciali".
Temete che la Russia cerchi ancora di interferire con le presidenziali americane e con le altre elezioni europee?
"Certo. Questo ci preoccupa, perché può avere un impatto. La Russia lo ha già fatto nel 2016, nel 2020, e nelle ultime elezioni midterm. Quindi è una minaccia a cui bisogna stare attenti".
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