Lo andiamo dicendo e scrivendo da molti anni, da una decina almeno delle attuali venti edizioni, dopo che per i primi dieci anni del Concerto di Capodanno veneziano abbiamo avuto la responsabilità del programma, per incarico della Rai (Rai 1, non Rai Cultura subentrata successivamente). Andiamo dicendo e scrivendo che Fortunato Ortombina che da qual momento ha avuto, lui solo, la responsabilità generale del concerto ( programma e interpreti) quel concerto ha perso molti dei suoi connotati che noi avevano delineato e mantenuto nel tempo, ed insieme e conseguentemente, anche molti dei telespettatori tv, tanto che dalle prime edizioni il numero dei telespettatori è diminuito di almeno 1 milione. o forse più, dagli abbondanti 4.500.000 circa dei primi dieci anni ai 3.250.000 circa dell'edizione 2023, l'anno scorso.
Le ragioni di tale calo che non accenna a fermarsi - solo qualche volta, rarissima, l'audience è risalita - le abbiamo tante volte elencate. Il suo successo era basato su scelte e criteri precisi:
1. Si tratta di un concerto in giorno di festa, in ora inusuale, della durata di 1 ora circa, e per la tv, oltre che per il pubblico in sala.
2.Ciò impone la scelta di un certo tipo di brani, di durata solitamente breve, e di diversa ambientazione e carattere.
3. Come anche l'alternanza continua di brani orchestrali, con solisti di canto e corali. Nessuna intenzione musicologica o di altro genere.
4.L'inizio è bene che sia scoppiettante, come quest'anno non era, ed anche negli anni passati. Mentre lo era sempre nei dieci anni della nostra gestione.
5. Terminare sempre con i due pezzi 'd'obbligo' che noi imponemmo dalla prima edizione, due capisaldi della musica del melodramma italiano, popolarissimi e famosi nel mondo: Va pensiero e Libiam ne' lieti calici (a tal proposito Ortombina, per dimostrare che anche lui esiste e che può modificare la struttura del concerto, ha inserito fra quei due brani 'Padre eterno', dalla Turandot di Puccini. Quale altra può essere la ragione?)
L'inosservanza di queste semplici e ragionevoli regole ha allontanato una bella fetta di quel vasto pubblico che noi avevamo acquisito e mantenuto intatto sempre, e sempre abbondantemente al di sopra di 4.000.000, con piccole oscillazioni da un anno all'altro, in su e giù.
Quest'anno poi Ortombina ha raggiunto il culmine della banalità anzi della volgarità, con quell'omaggio ai 70 anni della tv. Chi glielo ha chiesto? siamo certi: nessuno, perchè a nessuno della Rai sarebbe mai venuto in mente. L'ha voluto fare lui per omaggiare, non richiesto, la tv benefattrice (?) del concerto. ( che è stato nei primi dieci anni, in assoluto, in tv il concerto più visto, di tutti i tempi).Con quel medley orrendo di musiche altrettanto orrende, a cura di Stefano Pierini, compositore che collabora anche con l'Orchestra Sinfonica nazionale della Rai. E neppure di quale sigla del Tg1 si trattasse, se quella senza o con percussioni, come l'ha voluta quel genio del giornalismo che è Monica Maggioni quando si è insediata alla direzione. Ci meravigliamo che Fabio Luisi che è direttore attento, aristocratico, rigoroso abbia accettato una simile volgare idiozia.
Infine i direttori, ai quali, sia chiaro, non abbiamo mai attribuito lo stesso peso del programma. Un tempo su quel podio sono saliti alcuni grandissimi nomi della direzione d'orchestra. Ora da qualche anno, Ortombina fa salire sempre gli stessi, a rotazione. Manca di fantasia ed intraprendenza anche in questo, rischiando di danneggiare quel gioiello (che per il teatro è anche enormemente redditizio in termini economici e di immagine) che ha ricevuto in eredità, senza merito alcuno.
Cosa ci vorrebbe per invertire la discesa rovinosa degli ascolti tv? La presenza di qualcuno che affianchi Ortombina (come noi facemmo nei primi dieci anni, accettando di essere affiancati da lui, tanto per essere precisi, e conducendo noi 'le danze' nella formulazione del programma) evitandogli di prendere decisioni avventate e forse anche dannose per quella creatura che vent'anni fa inventò, per festeggiare la riapertura del teatro, Anna Elena Averardi e che regalò alla Fenice, cui la legava amore sincero e per le cui sorti aveva a lungo lavorato con tenacia ed intelligenza, sempre 'dietro le quinte'.
(Pietro Acquafredda)
Capodanno 2024
Concerto dal Teatro La Fenice- diretta tv Rai 1
PROGRAMMA
Giuseppe Verdi
I due Foscari: «Alla gioia… Tace il vento, è queta l’onda»
Giacomo Puccini
Manon Lescaut: Intermezzo
Tosca: «E lucean le stelle»
Tosca:«Vissi d’arte»
Giuseppe Verdi
La traviata: «Di Madride noi siam mattadori»
Che spettacolo la TV
Omaggio ai settant’anni della televisione italiana Guglielmo Tell (apertura della trasmissione) - Tg1 - Carosello - Che tempo fa Studio Uno - Pinocchio - Gian Burrasca - Eurovisione
Giacomo Puccini
Madama Butterfly: Coro a bocca chiusa
Madama Butterfly:«Un bel dì vedremo»
Turandot: «Nessun dorma»
Amilcare Ponchielli
La Gioconda: Danza delle ore
Giuseppe Verdi
Nabucco: «Va, pensiero, sull’ali dorate»
Giacomo Puccini
Turandot: Padre Eterno
Giuseppe Verdi
La Traviata: Libiam ne' lieti calici
Nessun commento:
Posta un commento