Nel giorno in cui la Camera inaugura in prime time tv i lavori della Commissione bipartisan sulla Cina, uno dei pochi terreni in cui repubblicani e democratici si muovono in sincrono, il direttore dell’Fbi Chris Wray rilancia le accuse a Pechino sull’origine del Covid.
In un’intervista alla Fox News, Wray ha detto che il Covid probabilmente è stato causato «da un incidente in laboratorio a Wuhan». Il governo cinese però, ha proseguito, ha impedito con ogni mezzo di fare luce e ha gettato ombre su ogni inchiesta e valutazione che l’America ed esperti di altri Paesi stavano facendo. Secondo Wray sarà quasi impossibile arrivare a una verità definitiva proprio per la mancanza di collaborazione della Cina. L’Fbi è la seconda agenzia americana in pochi giorni a rivelare il «fondato sospetto» sull’origine del Covid in laboratorio. Domenica il Wall Street Journal aveva riferito che il Dipartimento dell’Energia è allineato sulla medesima linea. Tuttavia, nell’Amministrazione Biden non c’è consenso. Il coordinatore della Sicurezza nazionale, John Kirby, lunedì nel consueto briefing con i giornalisti, ha evidenziato che le opinioni delle diverse agenzie sulla genesi del Covid divergono e che Biden ha chiesto analisi, fatti e valutazioni approfondite.
Un report commissionato da Biden all’intelligence nazionale e diffuso nell’agosto del 2021 associava, in modo molto prudente, la genesi del virus con un incidente in laboratorio. E già allora l’analisi non aveva trovato unanimità nelle agenzie americane. Sono diciotto le agenzie governative Usa che contribuiscono a formare la comunità d’intelligence. La Cina ha replicato sdegnata alle accuse del Dipartimento dell’Energia Usa. E un portavoce del ministero degli Esteri, Mao Ning, ha detto che Pechino «è sempre stata trasparente e aperta». Quindi ha menzionato un report dell’Organizzazione mondiale della Sanità del 2021 che sosteneva che «era altamente improbabile» che il virus si fosse sviluppato in laboratorio.
Tuttavia già allora gli Stati Uniti e altri Paesi avevano criticato il report dell’Oms accusando la Cina di aver omesso dei dati. Nel suo documento, il Dipartimento dell’Energia sottolinea comunque che c’è consenso sul fatto che il Covid non è il prodotto di tentativi cinesi di costruire un’arma biologica. Quanto accaduto, sempre secondo la ricostruzione Usa, nel laboratorio di Wuhan è un incidente. In un briefing con alcuni giornali stranieri fra cui La Stampa, il vicesegretario dell’Energia David M. Turk ieri ha precisato che gli esperti e gli analisti del National Lab coinvolti nello studio sul Covid, stanno lavorando per capire cosa è successo «per evitare il ripetersi in futuro di situazioni di pandemia». Quindi ha auspicato che «la Cina faccia lo stesso» e metta lo stesso impegno. «Siamo frustrati – ha concluso – di non avere esperti indipendenti e internazionali sul posto che possano avere un pieno resoconto di ciò che accade».
La questione della genesi del Covid è politicamente sensibile. I deputati intervenuti alla Commissione bilaterale sulla Cina hanno sottolineato l’importanza di raggiungere una verità poiché non si tratta «solo di scoprire cosa è accaduto ma anche di prevenire altre catastrofi». Se – ha invece detto la senatrice repubblicana del Maine, Susan Collins – dovesse essere confermata che il Covid è frutto di una fuga dal laboratorio, allora «questo avrebbe un impatto sulla politica americana», verso la Cina.
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