Quarant'anni fa giusti giusti usciva il primo numero del mensile Piano Time, da noi diretto, oltre che inventato.
All'epoca non esistevano ancora un paio di riviste musicali che nacquero, lo abbiamo sempre supposto, sull'onda del successo di Piano Time ( ci riferiamo ad Amadeus come anche a Il Giornale della Musica), con la differenza, rispetto alle altre, che oltre che avere un editore al debutto in tale campo, era una rivista del tutto diversa dalle precedenti e seguenti.
Piano Time, che doveva costituire una spinta al mercato del pianoforte (per questo nelle ultime pagine riportava il listino delle maggiori marche di pianoforti in vendita in Italia, una specie di 'quattroruote' dei pianoforti), si impose come la più autorevole rivista di musica in Italia, con un occhio di riguardo al pianoforte come strumento di musica.
E almeno per qualche anno, il pianoforte, la sua musica e gli interpreti pianisti, costituirono l'argomento principe. Dopo qualche tempo Piano Time, senza perdere l'impronta pianistica degli inizi, divenne una rivista di musica a tutto tondo. E, per il prestigio acquisito, aumentò, sino a raddoppiarla, la foliazione, moltiplicò le vendite ( pur nel panorama asfittico delle riviste di musica in Italia), e attirò parecchia pubblicità come a nessuna altra rivista successivamente riuscì.
Fu nostra intenzione, fin dalla progettazione della rivista, servirci di collaboratori professionisti nel senso che conoscevano bene la materia di cui scrivevano, essendo quella oggetto del loro esercizio professionale. Questa particolarità fu subito avvertita nell'ambiente musicale, come anche la sua vocazione didattica parallela. Del pianoforte e di tutte le altre tastiere, organo, clavicembalo, tastiere elettroniche scrivevano ogni mese musicisti fra i più in vista in Italia. Per Piano Time hanno scritto notissimi scrittori, per la rubrica intitolata 'Caro pianoforte', una letterina inviata al più importante prediletto e versatile fra gli strumenti musicali.
Piano Time avviò perfino un progetto di 'Lezioni di piano' - un metodo per lo studio vero e proprio del pianoforte, con teoria ed esercizi pratici - pubblicato a puntate, che affidammo a Daniele Lombardi, dove aver tentato inutilmente con Bruno Canino e Sergio Perticaroli, perchè Lombardi, pianista-compositore, poteva vantare una certa abilità grafica che gli altri due non avevano ( pochi anni fa Lombardi ha pubblicato tutte quelle tavole, costituendo un singolare metodo di studio del pianoforte, nato su Piano Time).
Potremmo dire tante altre cose di Piano Time, se la storia di una rivista, potesse comprimersi in un articolo. Impresa impossibile e per qualche ragione anche inutile, perchè la musica si suona o ascolta, meglio che parlarne o scriverne.
Ma una cosa ancora, che la rendeva particolare, dobbiamo dirla. Piano Time aveva una sua versione 'parlata', radiofonica, sin dal primo numero, in accordo con Radio Tre.
Nel corso di 'Pomeriggio musicale' come allora si chiamava il contenitore pomeridiano di Radio Tre, ogni giovedì, per un'ora circa andava in onda Piano Time alla radio. Che aveva elementi che la rivista cartacea non poteva avere. Ad esempio, dava notizia, con ascolti ad hoc, dei principali concerti pianistici, specie se ospitati a Roma, meglio ancora all'Auditorium Rai del Foro Italico. Dall'Auditorium del Foro Italico partivano direttamente le bobine con la registrazione dei concerti pianistici, destinazione Via Asiago, negli studi di Radio Tre, per essere trasmessi durante la puntata successiva di Piano Time.
Radio Tre trasmetteva anche l'esecuzione, ad opera di Massimiliano Damerini nella gran parte dei casi, dei brani pianistici, che la rivista ospitava nella rubrica 'Fogli d'album', appositamente commissionati ai più noti musicisti non solo italiani e inediti. Ricordi ne ha pubblicato alcuni in apposito fascicolo.
Di questa storia, singolare, che coinvolse Radio Tre, e di Piano Time, diario fedele della vita musicale di quarant'anni fa, avremmo voluto parlare proprio a Radio Tre. E magari rimandare in onda qualche puntata di Piano Time alla radio, se per miracolo si è conservata negli archivi. Qualcuna , ne siamo certi, esiste ancora, anche se non sappiamo quale.
Ne abbiamo accennato ad Andrea Montanari, direttore di Radio Tre, ma lui ci ha subito detto che la 'sua' radio è sommersa dagli anniversari.
Oggi - cade a proposito la citazione - è nato Bach, domani un altro musicista, dopodomani un altro ancora, che sia nato o morto non fa differenza, ogni giorno c'è qualcuno o qualcosa da ricordare. Lo capiamo, ha tutta la nostra solidarietà. Lui ed i suoi redattori che ogni giorno devono districarsi fra i mille anniversari ricorrenti.
Ed abbiamo pensato, per alleggerirlo del peso degli anniversari, che forse celebrare ogni anno il 21 marzo la nascita di Bach, non serve a nulla. E che forse, solo allora, Radio Tre, potrebbe accogliere nuovi anniversari, come Piano Time, dopo quarant'anni. Ma una volta sola, una volta e basta, altrimenti saremmo 'da capo a dodici', come si dice.
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