mercoledì 29 marzo 2023

Le maestranze della Scala in rivolta per le produzioni affidate agli studenti dell'Accademia

 Alla Scala è polemica sulle produzioni affidate dalla direzione del teatro all'Accademia e non alle maestranze del Piermarini. Troppe, secondo i sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil, che alzano la voce, "ritengono che sia giunto il momento di porre fine a questa distorsione" e propongono alla direzione "un confronto per trovare un sistema che permetta un inserimento nei reparti del teatro degli elementi migliori".

Al Teatro alla Scala polemica per le produzioni affidate all'Accademia: "Così si sviliscono le maestranze"
Al Teatro alla Scala polemica per le produzioni affidate all'Accademia: "Così si sviliscono le maestranze"© Fornito da La Repubblica

Non è la prima volta che i rappresentanti dei lavoratori della Scala sollevano  il tema dell'utilizzo degli allievi dell'Accademia nelle recite del cartellone del Piermarini. Questa volta motivo del contendere sono tre  titoli del nuovo cartellone che sono stati annunciati dal sovrintendente Dominique Meyer nell'incontro informale per anticipare la stagione 2023/23, che sarà annunciata ufficialmente a luglio. Si tratta per la maggior parte di spettacoli per bambini. La ripresa del Piccolo Principe, il Piccolo Spazzacamino, la nuova produzione del Cappello di paglia di Firenze di Nino Rota, per un totale di 25 recite.     

I sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil osservano che "più volte in passato hanno rappresentato alla direzione del teatro che il compito dell'Accademia - che dovrebbe essere di formazione e propedeutico all'ingresso lavorativo professionale - ha sempre più assunto i contorni di un ruolo sostitutivo delle compagini scaligere per effettuare recite e concerti sia a Milano che in trasferte italiane e estere, senza però garantire un compenso adeguato agli studenti partecipanti". Ecco perché i rappresentanti di orchestra e coro ribadiscono di "essere  profondamente convinti che l'attività di formazione in fase di perfezionamento sarebbe più proficua se venisse svolta all'interno della normale attività del teatro, come avviene in molte Accademie europee, e non facendo decine di recite dedicate alle scuole". A sostegno delle loro ragioni, i sindacati  denunciano "la scarsissima presenza nell'orchestra del teatro di elementi che provengono dai corsi orchestrali dell'Accademia in oltre 20 anni di attività". Mentre "la formazione dovrebbe avvenire affiancando gli studenti ai professionisti presenti nelle produzioni del teatro, come avviene da anni con la scuola di ballo (presente nelle produzioni in cui occorra un corpo di ballo giovanile come in Schiaccianoci, Corsaire o Aida) e come è stato per tanto tempo con le professionalità di palcoscenico".

Al contrario, sempre secondo i rappresentanti dei musicisti scaligeri "i complessi in formazione dell'Accademia da troppi anni sostituiscono impropriamente le masse artistiche del teatro". Una situazione, che secondo loro, "genera una visione distorta dell'offerta al pubblico e inoltre configura un'attività lavorativa senza il giusto riconoscimento salariale". L'accusa nemmeno troppo velata rivolta alla direzione del teatro dunque è quella di utilizzare questi musicisti solo per risparmiare. Dal teatro, per il momento, non arriva alcun commento ufficiale, ma si fa notare che trattandosi di recite per bambini si è sempre preferita la formula di non utilizzare musicisti in buca, ma sul proscenio. Per permettere in contemporanea lo svolgimento delle prove in palcoscenico di altri spettacoli e non caricare di troppo lavoro i professori dell'orchestra della Scala.    

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