Nemmeno il tempo di essere eletto consigliere regionale in Lombardia (dove avrebbe voluto fare l’assessore alla Cultura ma in Forza Italia è scattato un veto), e Vittorio Sgarbi, già con una vasta collezione di incarichi sulle spalle, non meno di una decina (da sottosegretario alla Cultura a sindaco di Sutri passando per la guida del Mart di Rovereto), si lancia nell’ennesima campagna elettorale per le provinciali dell’Alto Adige, in programma ad ottobre.
Perché si candida ancora? Vuole fare collezione? «Per nulla. È solo una tappa di una campagna che mi vedrà candidato a tutte le elezioni regionali e alle Europee del prossimo anno. Non mi interessa tanto fare il consigliere regionale ma per dimostrare che il mio movimento, “Rinascimento”, esiste, ha dei valori che sono apprezzati dai cittadini. Non capisco perché ci si dovrebbe stupire».
Beh, lei è dappertutto. «Ma questo è il meccanismo delle elezioni. Perché forse Berlusconi o Salvini e Meloni non si candidano in tutte le elezioni o in più collegi?».
Ma una volta eletto, per incompatibilità lei poi è costretto a lasciare. «Certo, ma questo è un fatto fisiologico. Ma non faccio politica per me stesso, mi batto per un movimento».
Lascerà anche stavolta? «Beh sì, rimango sottosegretario alla Cultura. Però non si può mai sapere con me».
In che senso? «Da qui ai prossimi mesi posso aver litigato con qualcuno, essermi prefisso un nuovo traguardo, chissà. Di sicuro mi candiderò alle Europee».
In Lombardia non le hanno lasciato fare l’assessore alla Cultura? «Non è che lo volevo fare, mi ero messo a disposizione. Poi Licia Ronzulli ha posto il veto, con un atteggiamento miope. Non capisco: me l’hanno chiesto Berlusconi, Fontana e Santanché, perché mettersi di traverso?».
In primavera ci saranno anche le elezioni amministrative. Lei ha fatto esperienza in diversi Comuni ed ora è sindaco uscente di Sutri. Si ricandiderà? «Ancora non ho deciso. Potrei farlo lì oppure puntare su Arpino (Frosinone). Deciderò nelle prossime settimane».
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