sabato 25 marzo 2023

Carlo Fuortes dalla Rai alla Scala. Un terremoto per assecondare la donna, madre, cattolica e italiana Giorgia, che quasi non si vergogna

 Sta passando come la cosa più naturale del mondo, quando invece si tratta di uno scandalo. Quale? Quello di far andar via - gli si chiederà di dimettersi, per non far sembrare che viene fatto sloggiare,  in pratica cacciato!- Carlo Fuortes dalla Rai, un anno prima dei tre previsti dal suo contatto. E perchè? Perchè Giorgia, proprio Lei,  la donna, madre, cattolica, italiana ha 'prescia' non vuole attendere che i vari incarichi  in essere giungano al termine naturale per metterci i suoi. La Rai le interessa molto più della Scala, che a questo punto sembra non interessare - come invece ci era parso - neanche tanto a Sala, in cambio non sappiamo di quale partita.

 A chi ha la memoria corta, rammentiamo che anni fa, dopo l'era Pereira, Fuortes si era candidato - da sovrintendente dell'Opera di Roma - a  succedergli. Dalla Scala gli avevano fatto capire - stiamo parlando di poco più di un paio di anni fa, non dell'altro secolo - che non  gradivano il suo trasferimento da Roma a  Milano - anche perchè la commissione incaricata di cercare il successore di Pereira non aveva incluso nella rosa dei possibili candidati Fuortes. Il quale, più svelto della commissione, perchè la furbizia  non gli è mai mancata,  dichiarò che non intendeva trasferirsi a Milano - senza che nessuno glielo avesse ancora chiesto, ed anzi senza che nessuno  glielo avrebbe mai chiesto - e così si meritò il premio 'fedeltà' da parte della Raggi che lo confermò per un altro mandato a Roma. Salvo poi  andare in Rai, per designazione di Draghi, tempo dopo.

Ora tutta la resistenza mostrata all'epoca da parte di Sala e del CdI della Scala, sembra essersi sciolta come neve al sole, per intervento - si legge su giornali - di Franceschini che, non avendo altro da fare, facendo quasi tutto  in famiglia, al partito e in Parlamento sua moglie Di Biase, si inventa un altro mestiere: il facilitatore. 

 Sala si sarebbe ora convinto che, in fondo, il trasferimento di Fuortes dalla Rai alla Scala si può fare, e già studia come fare, senza  apparire debole, per non dispiacere a Giorgia, dalla quale spera di ricevere favori per la Scala, ma anche per non  far fuori anzitempo Meyer, sovrintendente il cui mandato finirà nel 2025.

 Il sistema  pare l'abbia trovato. Lo statuto della Scala prevede che un nuovo sovrintendente, nominato in tempo, con non più di tre anni di anticipo, se 'designato', possa, un paio di anni prima della fine del mandato di quello in carica, affiancare il titolare per poi diventare sovrintendente a tutti gli effetti, alla scadenza o quasi del mandato di quello in carica.  Nel quale caso, lo statuto, stabilisce anche si pattuisca con lui il compenso  per il periodo da 'designato'; che , come prevedibile, non potrà che essere uguale a quello del sovrintendente effettivo.

Sicuramente si farà così: Meyer rimarrà ancor per un anno almeno,  o forse fino a tutto il 2024, e poi, al più tardi  dall'inizio del 2025, Fuortes assumerebbe l'incarico di sovrintendente, a tutti gli effetti.

 Naturalmente con l'uscita di Meyer, la Scala non risparmierà uno stipendio, perchè dovrà nominare un direttore artistico - Fuortes non capisce una mazza, come si direbbe a Roma, a  Milano non sappiamo - e  non è detto che con la sua uscita dalla Rai - che è la 'fava' alla base del terremoto 'giorgiano' -  non si prendano due piccioni:  Fuortes e Alessio Vlad (coronerebbe il sogno di suo padre Roman) che si è dimesso dall'Opera di Roma. Anzi con una sola fava - le sue dimissioni - di piccioni se ne prendono tre, se vi comprendiamo anche il piccione  Giorgia, sempre Lei, donna, madre, cattolica, italiana che realizza il suo progetto di occupazione della Rai.

 Ma la favola, scandalosa, insegna comunque qualcosa. Fuortes che noi abbiamo criticato perchè non si è accasato a Firenze, quando la sua cacciata dalla Rai era data per certa, ha venduto cara la pelle; ha detto la Scala e la Scala ha ottenuto. Per ora diciamo: avrebbe ottenuto, perchè ancora tutto può succedere in Italia,  e noi, proprio per questo, con  Tommaso, l'apostolo, professiamo: se non vedo non credo!

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