Cristian De Sica si è lamentato per i deludenti ascolti della sua 'serata fra amici' di Rai Uno. Lui lo aveva detto al direttore Coletta che andare contro Maria De Filippi sarebbe stato un suicidio, in termini di audience e di ascolti.
Cristian De Sica, però, non si è reso conto che la vera tragedia di quella serata non erano tanto i bassi ascolti, meritati anche senza la De Filippi avversaria tv, quanto la indecenza e volgarità della serata. Indecenza che Coletta non ha fermato, perchè non valutata a sufficienza. Che è poi l'altra tragedia di questa situazione. Quella di un direttore di rete, come Coletta, responsabile della programmazione di un canale della tv pubblica, che gode fama di persona che della tv conosce trucchi e segreti, che non si rende conto, tanto per fare un solo esempio e tacendo di alcune cose patetiche come la comparsa di Verdone che è andato a dare una mano al cognato, che tutto il racconto su Liza Minnelli, era di una indecenza unica, perchè Cristian che raccontava della cantante ubriaca, non si rendeva conto di quanto patetico fosse ed anche passibile di querela (fossi l'avvocato della Minnelli lo querelerei).
Coletta ha visto il programma prima di mandarlo in onda? E che pensa dell'intervistatore, Strabioli, sempre lo stesso di vari suoi programmi, accondiscendente ed anzi prostrato davanti a De Sica - ada non confondere con suo padre: la notte e il giorno - non più in grado di controllarsi?
Crediamo che larga parte del pubblico sia rimasto senza parola, non si sia divertito affatto, e si sia chiesto se la tv pubblica debba fare a gara con quella cosiddetta 'commerciale' a chi è più indecente e banale. E non parliamo di donnine scollacciate. Fossero solo quelle le indecenze ce ne faremmo una ragione.
Perciò pensiamo che l'abolizione della censura, ope legis, da parte di Franceschini serva a ben poco; servirebbe una legge contro l'indecenza dilagante che ha ormai infestato qualunque cosa ed ambiente, con la tacita complicità di chi un qualche freno dovrebbe metterlo.
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