mercoledì 4 novembre 2020

Sempre su Marino Sinibaldi e la sua grande visione della cultura a Radio 3

 Dopo che ho pubblicato il post sulle dichiarazioni, sorprendenti, di Marino Sinibaldi  a proposito della chiusura di cinema e teatri, mi sono venuti in mente alcuni episodi di anni fa che attestano quanto grande fosse il suo interesse per la cultura e vasti i suoi interessi.

 Non ricordo se di questi episodi ho già scritto sul blog, nel dubbio, lo rifaccio brevemente.

 Nel 2007 ho pubblicato la prima biografia di Tony Pappano, che era già a Roma dal 2003, incaricato a Santa Cecilia dal 2005 e che oggi lavora in tandem, con dall'Ongaro. Quella biografia, sarebbe stato opportuno presentarla a Radio 3, ma siccome l'avevo scritta io che ero in rotta di collisione con dall'Ongaro, venne letteralmente ignorata dalla rete diretta da Sinibaldi, che non mosse un dito perchè il babau, la cui meschinità e il perseguimento di interessi personali sono ben noti nell'ambiente, desistesse dalla punizione inflittami. Non credo che di questo il babau avrà mai parlato con Pappano. Nel caso l' abbia fatto non ci è chiaro capire come si sia giustificato.


Ma già alcuni anni prima era accaduto qualcosa di analogo. Incontrai Sinibaldi a Via Asiago, per mostrargli un lungo dettagliato studio ( da me scritto per Nuova Storia Contemporanea, 2002) su Alberto Savinio, attraverso il quale avevo gettato una luce del tutto nuova sulla famosa sua raccolta 'Scatola sonora'. Mi sembrò un tema assai interessante, per parlarne a Radio 3, anche per la notorietà del personaggio e per la novità delle scoperte effettuate.

 Sinibaldi, mi disse che ne avrebbe parlato al 'babau', dal quale fece dipendere la scelta che lui non si assunse, preferendo rimandarla al suo sottoposto. Naturalmente non se ne fece nulla.


 Sempre per Nuova Storia Contemporanea, scrissi nel 2008, un saggio su Moravia, ritrovando parecchi testi dispersi, alcuni dei quali anche di argomento musicale. Scontato che anche di questo secondo studio, molto interessante, non si diede neanche una breve informazione alla radio di Sinibaldi.

Nel frattempo, fra il primo e secondo studio storico-letterario, era accaduto che nel 2004 mi fosse affidata la direzione artistica del Festival delle Nazioni di Città di Castello. 

Fu quello l'unico periodo in cui ci  fu un un ravvicinamento con dall'Ongaro, e la ragione era chiarissima anche a me. Avrei dovuto compensarlo per le riprese che aveva fatto di molti concerti del 'mio festival', trasmettendole anche nel circuito 'Euroradio' ( penso all'inedito corale di Mendelssohn)

 Non appena andai via da Città di Castello - il che accadde dopo solo una edizione, a fine 2004 - dall'Ongaro, siccome non poteva più ottenere, come aveva calcolato, nulla da me, in termini di commissioni od esecuzioni, come era solito fare con molti altri festival e istituzioni musicali, si dileguò. Anzi, a qualche mia proposta rispose picche, che non c'era spazio a Rai 3 dove tutto era programmato per gli anni a venire, da tempo. Non era accaduto la stessa cosa per le riprese a Castello, visto che io il programma glielo inviai verso marzo-aprile, mentre il festival si svolgeva ad agosto.

 Naturalmente in tutte queste  traversie, Sinibaldi 'dormiva da piedi'- come si suol dire. 

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