"Il commissariamento deve finire e Speranza, che in questo momento sta mostrando una imbarazzante incapacità di gestione, dimettersi. Tutti i calabresi devono dire basta. Gino Strada? Devono passare sul mio corpo". Dopo l'ennesimo pasticcio del governo, con la conseguente rinuncia di Eugenio Gaudio all'incarico di commissario della sanità della Calabria, Nino Spirlì è esploso in uno sfogo di rabbia e frustrazione.
L'attacco a Gaudio e Strada
È stata una giornata movimentata per il presidente facente funzioni della Regione Calabria, alle prese fin dal primo pomeriggio con la vicenda Gaudio. L'ex rettore dell'università La Sapienza di Roma, dopo essere stato scelto dal governo per sostituire il dimissionario Giuseppe Zucatelli, a sua volta sostituto di Saverio Cotticelli, anch'egli dimissionario, ha alzato bandiera bianca. "Mia moglie non ha intenzione di trasferirsi a Catanzaro. Un lavoro del genere va affrontato con il massimo impegno e non ho intenzione di aprire una crisi familiare", ha spiegato Eugenio Gaudio, rinunciando all'incarico.
Secca la replica di Spirlì: "Si tratta di una grande delusione e un grande dolore. La giustificazione offende le nostre città. Si è creato un momento di imbarazzo". E ancora: "Problemi suoi, Catanzaro è una città bella, ci vivono persone eleganti, civili, e oneste". Nessuno, in Calabria, si capisca di come sia stato possibile che tre commissari siano evaporati come neve al sole per motivi più o meno futili.
Certo è che Spirlì non ha alcuna intenzione di accogliere Gino Strada nelle vesti di commissario. Nel corso di un'intervista rilasciata a La Zanzara, su Radio 24, il presidente è stato chiaro: ""Il commissariamento deve finire e Speranza, che in questo momento sta mostrando una imbarazzante incapacità di gestione, dimettersi. Tutti i calabresi devono dire basta. Gino Strada? Devono passare sul mio corpo". Dopo l'ennesimo pasticcio del governo, con la conseguente rinuncia di Eugenio Gaudio all'incarico di commissario della sanità della Calabria, Nino Spirlì è esploso in uno sfogo di rabbia e frustrazione.
L'attacco a Gaudio e Strada
È stata una giornata movimentata per il presidente facente funzioni della Regione Calabria, alle prese fin dal primo pomeriggio con la vicenda Gaudio. L'ex rettore dell'università La Sapienza di Roma, dopo essere stato scelto dal governo per sostituire il dimissionario Giuseppe Zucatelli, a sua volta sostituto di Saverio Cotticelli, anch'egli dimissionario, ha alzato bandiera bianca. "Mia moglie non ha intenzione di trasferirsi a Catanzaro. Un lavoro del genere va affrontato con il massimo impegno e non ho intenzione di aprire una crisi familiare", ha spiegato Eugenio Gaudio, rinunciando all'incarico.
Secca la replica di Spirlì: "Si tratta di una grande delusione e un grande dolore. La giustificazione offende le nostre città. Si è creato un momento di imbarazzo". E ancora: "Problemi suoi, Catanzaro è una città bella, ci vivono persone eleganti, civili, e oneste". Nessuno, in Calabria, si capica di come sia stato possibile che tre commissari siano evaporati come neve al sole per motivi più o meno futili.
Certo è che Spirlì non ha alcuna intenzione di accogliere Gino Strada nelle vesti di commissario. Nel corso di un'intervista rilasciata a La Zanzara, su Radio 24, il presidente è stato chiaro: "Strada? Il governo dovrà passare sul mio corpo. La Calabria non è l'Afghanistan, ci trattano da quarto mondo, non abbiamo bisogno di missionari. Per la Calabria non serve nessun commissario".
Stop al commissariamento
Spirlì ha quindi invocato una gestione unitaria condivisa col governo, affinché la sanità sia amministrata dai calabresi: "Noi non abbiamo attivo un piano attivo di emergenza Covid e chiarisco per l'ultima volta: siamo esclusi da 11 anni da questa gestione". A proposito di commissariamento, Nino Spirlì ha usato parole emblematiche: "Posso capire che c'è stata la mala politica del passato, ma non posso capire come si possa tenere in vita il commissariamento. Non è uno scaricabarile da parte nostra, io tra qualche mese andrò via, ma insieme alla Giunta non possiamo accettare tutto ciò. I territori stanno patendo".
Infine ecco l'attacco frontale al governo e al ministro della Salute, Roberto Speranza, per il quale Spirlì ha chiesto le dimissioni. "Noi non siamo 'ndranghetisti, basta con questo pregiudizio. Difenderò la Calabria fino all'ultimo giorno, da presidente di passaggio, in questo palazzo. Chiedo al Governo una persona onesta che sia insieme a noi, che ci consegni una sanità vera non solo per il Covid ma anche per le altre patologie", ha concluso Spirlì..
Stop al commissariamento
Spirlì ha quindi invocato una gestione unitaria condivisa col governo, affinché la sanità sia amministrata dai calabresi: "Noi non abbiamo attivo un piano attivo di emergenza Covid e chiarisco per l'ultima volta: siamo esclusi da 11 anni da questa gestione". A proposito di commissariamento, Nino Spirlì ha usato parole emblematiche: "Posso capire che c'è stata la mala politica del passato, ma non posso capire come si possa tenere in vita il commissariamento. Non è uno scaricabarile da parte nostra, io tra qualche mese andrò via, ma insieme alla Giunta non possiamo accettare tutto ciò. I territori stanno patendo".
Infine ecco l'attacco frontale al governo e al ministro della Salute, Roberto Speranza, per il quale Spirlì ha chiesto le dimissioni. "Noi non siamo 'ndranghetisti, basta con questo pregiudizio. Difenderò la Calabria fino all'ultimo giorno, da presidente di passaggio, in questo palazzo. Chiedo al Governo una persona onesta che sia insieme a noi, che ci consegni una sanità vera non solo per il Covid ma anche per le altre patologie", ha concluso Spirlì.
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