La situazione è delicata e bisogna proseguire sulla strada del rigore. “Il numero dei casi di Covid-19 è salito a 650 per 100mila abitanti anche se questa settimana l’indice Rt sembra essere leggermente diminuito da 1.7 a 1.4 si trova comunque al di sopra di 1 e questo rappresenta solo un primo segnale della diminuzione della trasmissione del virus che potrebbe essere attribuito ai provvedimenti presi in tutto il Paese”, ha sottolineato Rezza, ribadendo la necessità di assumere ulteriori misure restrittive.
Che però, almeno per ora non riguarderanno le scuole. Nel pomeriggio, infatti, la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, ha incontrato il Cts. Aveva chiesto lei la riunione per rivolgere agli esperti una serie di domande sui rischi di contagio nelle scuole e sulle conseguenze per gli studenti in caso di chiusure. Il Cts - a quanto si apprende - ha spiegato che le attuali evidenze confermerebbero un’incidenza più bassa nelle fasce di età più giovani, affermando inoltre che la chiusura prolungata delle scuole rischia di comportare ricadute psicologiche molto forti sugli alunni. “Complessivamente possiamo dire che la situazione è monitorata molto attentamente e non dimostra segnali di allarme particolare, quindi quello che si sta facendo nelle scuole è la strada giusta”, ha spiegato il professor Luca Richeldi, direttore di Pneumologia del Policlinico “Gemelli” di Roma e componente del Ctsdopo l’incontro. Dunque, secondo Richeldi, sul fronte scuola è esclusa la possibilità di nuove chiusure.
Nessun commento:
Posta un commento