venerdì 20 novembre 2020

La nomina di Pinelli al Teatro di Roma e le incongruenze del ministro Franceschini

Per la nomina di Pinelli al teatro di Roma è mancato il voto della rappresentante del Ministero dei Beni e delle Attività culturali, affidato a tempo pineo e da molti tempo a Dario Franceschini.  La Zezza, in rappresentanza del MIBACT ha votato contro. La cosa non è così semplice e pacifica come potrebbe apparire, perchè - come ha fatto rilevare  qualcuno come Cordelli non contento della nomina, Pinelli nasce professionalmente come 'ingegnere idraulico' è perciò mille miglia lontano dal mondo che si è voluto mettere nelle sue mani. Dunque bene avrebbe fatto la rappresentante del MIBACT a votare contro.

Senonchè, ha votato contro la nomina la rappresentante di quello stesso Ministero che verso la fine del 2013 ha affidato a Pinelli l'incarico di 'commissario' delle Fondazioni liriche, incarico che ha tenuto fino a dicembre del 2015, perciò per un biennio circa.

Si penserà che al Governo allora ci fosse una forza politica differente dalla attuale, e invece no. Premier era Enrico letta e ministro del MIBACT Bray, passato poi alla Treccani, dove pure Pinelli è passato a lavorare.

 Sì, ma poi il governo Letta cadde per la spallata di Renzi e ministro nel successivo governo fu  Franceschini, il quale mantenne Pinelli nel suo incarico per quasi due anni ancora. Al suo fianco a spiegargli ogni cosa c'era naturalmente allora Nastasi, che ora è tornato ad istruirlo sulle troppe cose che non ha ancora capito e che forse non capirà mai, Franceschini, che  guarda al Quirinale.

Dunque quel Pinelli che allora andava bene per Franceschini-Nastasi, come commissario delle Fondazioni liriche, ora sempre al duo Franceschini-Nastasi non va bene come direttore del Teatro di Roma.

  

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