mercoledì 25 novembre 2020

Marco Travaglio e Il Fatto Quotidiano: il destino dei secondi

 Mi auguro di non essermi sbagliato. Domenica la vignetta di Mannelli, sulla prima pagina del giornale di Travaglio, era tutta per Alesandro De Angelis. Contro Alessandro De Angelis. Al quale si rimproverava esattamente ciò che lui va rimproverando, nelle varie trasmissioni tv, anche in contraddittorio con Travaglio, ai Cinquestelle ed al Governo in carica. Assenza di visione. La qual cosa al 'fiancheggiatore' Travaglio non va giù, al punto da chiedere ad un vignettista cattivo, di pugnalare De Angelis. Una vignetta in prima pagina contro un giornalista non si era mai vista.

Tale richiesta, fuori luogo e che dà a De Angelis più importanza di quella che avrebbe, fa il paio con le reprimende di Travaglio, quasi quotidiani, contro i giornaloni che sbagliano, sempre, tutti, ma che  non se lo filano e Lui insiste. Finora non abbiamo mai letto un qualche appunto di risposa sui giornali che egli attacca: non capiscono nulla o fanno finta, sbagliano previsioni, hanno puntato la sua parrocchia movimentista-governativa.

Un simil-Travaglio è Andrea Scanzi che, una nostra sbiadita reminiscenza musicale, ci fa definire: 'cronista pesante di coloratura', soprattutto quando scrive, spingendosi talvolta a rasentare il ridicolo, come ha fatto proprio l'altro ieri nel tentativo disperato di difendere Morra.

Non rendendosi conto, sia lui che Travaglio, che quando aprono bocca molti politici, e quelli della loro parte più degli altri, Morra  è solo l'ultimo caso, non  fanno che dire str... obbligandoli, in veste di difensori d'ufficio, a capriole linguistiche e politiche per scagionarli.

Scanzi, ad esempio, ieri ha dipinto il suo ultimo capolavoro, commentando l'intervento del premier dalla Gruber: galantuomo, più bravo di quel che sembrava all'inizio (quando i fiancheggiatori non erano ancora decisi sulla posizione da prendere),  ecc... Magari avrebbe potuto dire, ad esempio, che dalla bocca del premier - dal quale si attendono decisioni, specie in tempi di emergenza - è uscita troppe volte l'espressione 'stiamo lavorando'. Quando finiranno? Finiranno in tempo utile? O quella locuzione, troppe volte ripetuta, sta per ' non sappiamo che pesci pigliare.

Non mi pare di aver letto, sul giornale di famiglia, qualcosa sul commissario d'Italia SUPERMAN-ARCURI, così ben piazzato che ci ha fatto pensare ci fosse lo zampino di MAGA-MERLINO. La domanda su Arcuti Lilly gliel'ha fatta a Conte: ma non c'è in Italia un altro almeno, al quale affidare alcuni degli onerosi incarichi - troppi ormai - affidati ad Arcuri? Conte, più abile di tutti, ha risposto a tono, naturalmente senza convincere nessuno, eccetto Il Fatto Quotidiano. "Abbiamo messo su una struttura che funziona, non c'è ragione per disfarla". Bravo Conte!

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