giovedì 19 novembre 2020

Italia al tempo del Covid. In che paese viviamo

 Qualche minuto fa, Rai 1 ha anticipato con qualche immagine, un servizio che andrà in onda questa sera, sulla stessa rete, per la rubrica TV7. Un servizio di quelli che ti spezzano il cuore.

Ospedale di Catania, città capoluogo, con Università e, di conseguenza, policlinico universitario. La telecamera di TV7 entra nel reparto Covid. Si mostrano letti, di terapia sub-intensiva, approntati alla bell'e meglio, perché i posti disponibili in terapia intensiva, pochi ed insufficienti, sono tutti occupati. Come dichiara al giornalista  un medico: "abbiamo bisogno di posti di terapia intensiva, ma non avendone, abbiamo approntato questi di 'sub-intensiva' per parcheggiare, nel frattempo, malati  gravi che hanno bisogno di terapia intensiva".

 Ha detto che in un polo medico universitario si prestano ai malati cure non adatte al loro stato di malattia, perchè non ci sono posti.

Nel mentre il medico faceva questa tragica dichiarazione,  si nota  agitazione in quella sala rimediata,  si vedono tutti correre verso un lettino, con la telecamera che  li segue: un malato, di quelli che avevano bisogno di 'intensiva' che non c'era, ha avuto un arresto cardiaco. I medici gli praticano il massaggio cardiaco... e poi, poi non sappiamo come sia finita, se in tragedia. Stasera forse si saprà.

 Dunque in una delle 'potenze' del mondo, non ci sono terapie intensive sufficienti a curare chi ne ha bisogno in questi mesi di pandemia; perchè non si è provveduto a dotarne gli ospedali nei mesi di tregua, apparente, della pandemia; e ai degenti si prestano, di conseguenza, cure insufficienti al loro grado di malattia.

 Come non bastasse, una telecamera Rai, entra in uno di questi  reparti - Ospedale universitario di Catania -  dove si lotta fra la vita e la morte, e filma la tragica situazione in cui sono parcheggiati i malati; rimandando, infine, anche le immagini di una 'emergenza nell'emergenza': l'arresto cardiaco di un malato grave non curato adeguatamente. 

L'altro ieri, in diverso ospedale, in Campania, tutti hanno dato addosso ad uno sciagurato cittadino che ha filmato un anziano deceduto in bagno, dove si era recato da solo, alzandosi dal letto del Pronto soccorso nel quale era stato lasciato, in attesa di essere curato adeguatamente, in reparto.

 La telecamera Rai che entra in un reparto 'di guerra' a Catania, e filma anche una morte, probabile, in diretta, è assai più grave. Chi lo ha permesso, e chi ha dato l'autorizzazione a mandare in onda un servizio simile, il direttore del TG1  congiuntamente a Rai 1, vanno censurati duramente. Perchè in questo caso non è uno scriteriato cittadino, ma la tv pubblica che manda in onda un servizio di uguale se non maggiore drammaticità.

Il diritto-dovere di cronaca deve fermarsi di fronte ad una persona che lotta tra la vita e la morte, ed ancora di più, di fronte alla spettacolarizzazione della morte 'in diretta'. 

Le varie 'authority' governative, ben pagate dai cittadini, che fanno? Non intervengono?

 

 

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