Benedizioni, messe, balli di piazza. La Calabria è zona rossa, ma a San Martino di Taurianova, in pieno lockdown, si è deciso di festeggiare comunque il santo patrono, con funzioni religiose e feste di piazza. In barba al dpcm, che dovrebbe chiudere i calabresi in casa salvo esigenze di lavoro, di salute o di estrema necessità, non solo è stata organizzata una pubblica funzione religiosa in piazza, con tanto di banchi portati fuori dalla chiesa e parcheggiati nello spazio antistante, ma anche balli di piazza.
Per celebrare San Martino, “in pista” sono scesi anche “i giganti”, Mata, la popolana, e Grifone, il moro di Messina, due fantocci di cartapesta alti diversi metri, tipici del folclore calabrese. Alle feste di piazza sono “ospiti fissi”, generalmente arrivano con “u ciucciareddu”, un asinello anche lui di cartapesta ed “entrano in scena” annunciati dai tamburi. E in Calabria – e soprattutto nella Piana - sono una sorta di istituzione, tanto che molti paesi hanno i propri. Ma in lockdown anche loro dovrebbero stare a casa.
A San Martino, magari sperando nella protezione del santo, si è deciso di fare un’eccezione. E così fra canti, tarantelle e tamburi sono entrati in scena di fronte agli allibiti agenti del commissariato e della stazione dei carabinieri di Taurianova, che si sono trovati di fronte a una vera e propria festa di paese. In piazza le mascherine c’erano, il distanziamento no. È finita con una pioggia di sanzioni per tutti quelli che in piazza si sono fermati a ballare con i giganti, multe per bar e locali che hanno interpretato in modo molto personale l’obbligo di limitarsi al servizio da asporto e gli avventori che sono stati trovati all’interno. E tanto lì come in piazza, erano tanti.
Eppure, proprio a San Martino, quando in Italia era ancora tutto aperto e non c’erano restrizioni, qualche settimana fa è stato individuato uno dei primi focolai calabresi, con decine di contagi a catena. Una situazione così preoccupante da indurre il neosindaco leghista Roy Biasi a chiudere un circolo ricreativo e la Regione a istituire il coprifuoco dalle 22 e a svuotare le scuole. Ma gli abitanti di San Martino non sembrano essersene accorti.
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