domenica 10 aprile 2022

Rai Cultura insiste, a dispetto dello share. Bohème di Puccini con la regia di Martone, ha fatto il 2,7 % di share

  Il verdetto dell'Auditel è implacabile: Il dato Auditel per Rai 3 con La Bohème (di Mario Martone) è di 564.000 spettatori; pari ad uno share del 2.7% di share.

 Nonostante i dati di ascolto boccino il terzo degli esperimenti dell'Opera di Roma, due in era Fuortes, uno in era Giambrone, ma già deciso da Fuortes, prima dell'andata in Rai, Rai Cultura diretta da Silvia Calandrelli, e la Rai di Carlo Fuortes insistono. Perchè? Perchè quando gli fa comodo, dei dati Auditel ci si può fregare, ignorandoli.

 Era già accaduto con i due precedenti esperimenti. Il Barbiere di Siviglia aveva fatto circa 600.000 telespettatori, e la Traviata, opera certamente molto più conosciuta, intorno al 1.000.000.

 Adesso Bohème che, a furor di popolo, è fra le opere più amate in teatro, fa meno perfino del Barbiere.

 Niente panico - sembrano dirci la Calandrelli e Fuortes. Noi comunque insistiamo  ed insisteremo, senza farci intimidire dallo share, perché lo share non è tutto. E fanno bene. a pensarla così; e meglio sarebbe se questo discorso  scaturisse da una loro radicata convinzione e lo facessero in ogni occasione che merita.

 Mentre, purtroppo, è nostra convinzione che non è così

 Molto spesso andiamo ripensando alla nostra amatissima trasmissione di anni fa per Rai Uno, All'opera!  ed alla decisione INFAME della Rai di cancellarla dopo sei stagioni ( dieci titoli a stagione, d'estate) nonostante che fosse assai popolare, ben fatta - e questo lo diciamo noi che ne eravamo l'autore e sappiamo quel che diciamo - semplicemente perché non fregava a nessuno che si facessero trasmissioni sul nostro patrimonio operistico popolare.

 E adesso invece, frega a qualcuno? Siamo convinti che frega ceratmente a Fuortes e alla Calandrelli,  ma principalmente perché l'idea è nata in ambienti  'amici' come l'Opera di Roma, e la 'compagnia' di Veltroni e Bettini.

 E la prova del nove ci viene anche dal fatto che per anni, nonostante fosse la più comoda delle istituzioni, mai nulla la Rai abbia ripreso dall'Opera di Roma. E di questo che non ci faceva certo contenti, noi abbiamo spesso scritto denunciandolo.

 Adesso, invece,  che Rai e Rai Cultura viaggiano in perfetta simbiosi, nonostante i costi  non siano stati  di poco conto,  si proseguirà su un filone che certamente non dà buoni risultati in tutti i sensi. Ma che  gli attuali dirigenti Rai   intendono proseguire, nonostante tutto e tutti. E a dispetto dell'Auditel.


P.S.

 Turandot dall'Opera di Roma, diretta da Daniele Gatti, con la regia di Ai Weiwei,  su Rai 5 il 24 marzo, ha fatto  circa 300.000 telespettatori, con uno share intorno all'1%.

Viene da insistere che l'Opera, se non in casi eccezionali e semel in anno, non si addice alla tv,  mentre invece sono da proseguire esperimenti come All'Opera! che faceva share tripli ed oltre, e costava infinitamente meno di qualunque opera-film  firmata da Martone.

                                           *****

 Nel corso di una delle sei stagioni di All'Opera! ( 1999-2004) incontrammo al Teatro India, Carlo Fuortes che non vedevamo dagli anni  in  cui lavorava per noi a Piano Time - allora faceva il fotografo per la musica!

Ricordiamo, come fosse oggi, i complimenti che ci fece per la trasmissione e per altro che allora facevamo. Lui non era ancora a Musica per Roma, dove avrebbe vissuto gli anni migliori, e neppure ancor all'Opera di Roma, dove partirà con uno scivolone degno del più analfabeta dei manager della cultura: l'esternalizzazione di orchestra e coro. Non avesse avuto le spalle  ben guardate nonsi sarebbe ripreso. Invece, ha fatto dimenticare quello scivolone che gli procurò risate fragorose di mezza Europa, la buona amministrazione che gli è stata sempre riconosciuta, e il sostegno incondizionato e costante della 'compagnia' di cui ha sempre fatto parte e che è all'origine della sua carriera, in parte anche meritata, e cioè  la coppia Veltroni-Bettini & C. ( P.A.)

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