Se aprite oggi le pagine della 'cultura', cosiddetta, del quotidiano La Repubblica, troverete l'ennesima spiegazione della mia ormai endemica ed inestirpabile antipatia nei confronti di Corrado Augias, musicologo 'da strapazzo' e quasi mai 'disinteressato'. Possiamo anche aggiungere che 'da strapazzo' lo è anche come biblista, mentre egli si crede biblista vero. Prova inconfutabile i fatterelli che non più tardi di qualche settimana fa raccontato, sempre su Repubblica, per illustrare la nuova traduzione del libro sacro, coordinata - dico bene? - dall'ex priore di Bose, Bianchi.
Non lo sopporto, intendo Augias, perchè non ho mai sopportato tutti quelli che senza averne nozione si improvvisano, come nel suo caso, musicologi o biblisti.
Nel caso del musicologo 'da strapazzo', che è l'argomento che più ci interessa - ma una volta posiamo anche parlare delle sue conoscenze bibliche una volta possiamo anche parlare delle sue conoscenze bibliche, e parlarne a ragion veduta, perché anche in campo biblico come del resto nella musica noi sappiamo qualcosa di più, anzi molto di più di Augias, che poco o niente sa - la pagina di oggi può convincere anche i dubbiosi.
Innanzitutto detta pagina è inopportuna; perchè nel giorno in cui si inaugura la Scala, non è elegante- e Augias si crede persona elegante- tessere il panegirico dell'Opera di Roma, dove due fuorusciti ( Fuortes e Gatti) avrebbero a suo dire impresso alla storia dell'opera e alla sua realizzazione, una forte spinta innovativa. Si comporta, mutatis mutandis, come Muti che negli anni in cui era a Roma, inaugurava la stagione proprio alla vigilia della Scala, nel tentativo di rubarne la scena (in verità qualcuno lo ha accusato di analogo tentativo messo in atto proprio in questi giorni, a Milano, nella Fondazione Prada, con l'Accademia d'opera).
E panegirico nel panegirico, oltre che marchetta, neppure tanto velata, anzi smaccata ed esibita, la glorificazione di Fuortes, ora a capo della Rai, dove Augias, nonostante l'età, continua ad avere audience in più campi, compreso quello della musica dove, udite udite, sembra stia preparando una nuova trasmissione, circondandosi di alcuni collaboratori che pur facendo i musicisti di professione, si mettono alle dipendenze di un dilettante, lui Augias, senza fiatare.
E poi, trova anche lo spazio per metter in atto una captatio benevolentiae nei confronti dell'eventuale sovrintendente Giambrone che succederebbe a Fuortes, e che è dato da più parti in partenza da Palermo per Roma. Qualche riga anche per Michele Mariotti, che succede a Gatti come direttore dell'orchestra: un direttore che tutti ci invidiano e che Fuortes è riuscito a strappare alla concorrenza. Quale, ce lo dica lui che è addentro ai segreti della musica. E comunque, caro Augias, Mariotti è stato nominato 'direttore musicale' e non 'direttore stabile' del Teatro dell'Opera di Roma - come Lei scrive. Spiegarle la differenza non serve.
La pagina di Augias, per essere ancora più chiari, è intitolata 'Opera di Roma prove tecniche di futuro' - che si spiega: "Con Carlo Fuortes e il maestro Gatti il teatro lirico della capitale ha rinnovato il genere, superando anche la pandemia. Un'eredità che non va dispersa".
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