Se nessuno ancora sembra essere riuscito a far desistere il presidente Mattarella dalla decisione più volte manifestata di voler lasciare il Quirinale alla fine del suo settennato di presidenza, ci hanno provato, speranzosi, anche gli spettatori scaligeri, i quali hanno accolto il suo ingresso in teatro con un appaluso scrosciante che sembrava non finire mai. Come per invocarlo, supplicarlo: Presidente resti al Quirinale e consenta così di continuare nella sua azione di governo del paese a Draghi. Non altrimenti si potevano interpretare quegli applausi convinti, conclusi solo quando Chailly ha dato il via all'Inno nazionale.
Il teatro pieno, tutti con la mascherina. Non abbiamo potuto seguire la diretta tv, dall'inizio; e perciò potremmo esserci persi il 'foyer', senza dolercene neanche un pò, ma anche buona parte del preludio parlato affidato quest'anno alla coppia Carlucci-Vespa. Non tanto però da non notare che fra i due non c'era accordo sulla pronuncia del titolo dell'opera: all'inglese o all'italiana? I due, fra loro, ed anche ciascuno di loro, hanno optato ora per l'una ora per l'altra pronuncia. Bastava mettersi d'accordo.
Finito l'inno nazionale ancora applausi e poi il via, non senza che la regia inquadrasse platea a palchi, dove erano tutti 'mascherati', ad eccezione di uno, nel quale alloggiavano i presentatori Vespa e accanto Carlucci, la quale, unica in tutto il teatro, non indossava la mascherina.
E poi la macchina in palcoscenico, che non era certo di una casa italiana, forse tedesca. Si saranno almeno fatti pagare dalla casa automobilistica che ha usufruito di una tale pubblicità!
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