Tutto ancora top secret, ma sembra ormai imminente un decreto del governo su proposta del ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, per sanare la posizione di migliaia di docenti precari, che verranno messi in cattedra da settembre senza passare per il concorso, ma tenendo presente titoli di servizio nella scuola. Potrebbe essere una misura variamente articolata (sanatoria parziale), ma tanto basta per far esultare la Lega, che questo voleva, insieme a Pd, Leu e sindacati.
Ieri, nell’audizione davanti alle commissioni Istruzione e Cultura di Camera e Senato il ministro Bianchi sul tema ha detto: “Abbiamo il tema del transitorio: come recuperare coloro che hanno accumulato esperienza e che hanno bisogno di stabilità. Su quasi 500mila posti comuni, abbiamo oltre 200mila docenti a tempo determinato con situazioni diverse: la cosa sbagliata è trattarli tutti allo stesso modo, sono persone con esperienze e titoli diversi. Stiamo ragionando col Mef per capire come riconoscere titoli e merito diversi e permettere di far confluire queste persone all’interno di una visione stabile per far partire la macchina di un’assunzione regolare e continua”. Dunque, fare concorsi regolari, ogni anno, come si sarebbe dovuto fare in passato, ma anche, nell’immediato, sanare (parzialmente) i precari, di cui molti sono storici.
Una dichiarazione che ha prodotto l’entusiasmo del sottosegretario Rossano Sasso, “netta discontinuità con il recente passato” (Azzolina, sempre schierata per i concorsi, ndr), e vista con preoccupazione dai Cinque stelle. Secondo il sindacato Anief il governo, “per evitare di ritrovarsi anche a settembre 2021 con gli stessi 200mila supplenti del 2020, sta pensando ad un corso-concorso di un anno con assunzione nel 2022/23 a cui accedere in base ai titoli di servizio”, soluzione che Anief appoggerebbe. Ovvero, in cattedra da settembre, anno di prova e stabilizzazione tra un anno. La variante principale saranno i criteri, per capire quanti.
La scelta del ministero ovviamente lascerebbe aperto l’iter del concorso a cattedra ordinario, in cui tra l’altro si metterebbero alla prova i neolaureati. E ci sono anche da assegnare le cattedre ai vincitori di quello straordinario, riservato ai precari e voluto dalla ministra Azzolina. Un reclutamento non sufficiente a coprire le 120mila cattedre scoperte. Tenere il concorso ordinario entro l’estate e procedere con incarichi annuali e la Mad (messa a disposizione) per il prossimo anno scolastico sarebbe la soluzione per garantire davvero il merito in classe. Ma la pressione di molte forze politiche in maggioranza è notevole a favore della sanatoria.
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