Vanno bene le quote rosa, ma se devono farci precipitare nel baratro con l'unica consolazione che siamo stati fatti precipitare 'con garbo' tutto femminile da una donna, allora no.
Non vogliamo dire naturalmente che gli uomini non siano capaci di farci precipitare, anche senza il 'garbo' delle donne. Lo vediamo ogni giorno. Abbiamo letto di un leghista di peso, Morelli, che era alla manifestazione pro Inter in piazza a Milano, una baraonda pericolosissima, per il quale nulla può fermare un tifoso come lui che ha perfino chiamata su figlia 'Ambrosiana'. Uno con un pò di senno come potrebbe pensare di affidare ad un Morelli qualunque la benché minima responsabilità?
Non diciamo, perciò, di voler far tornare il mondo con i suoi problemi esclusivamente nelle mani degli uomini, che tanti danni hanno già procurato, perché pensiamo che le donne farebbero peggio.
Non è così, non lo abbiamo mai pensato. Però quando sentiamo fare certi nomi per i vertici della Rai, tanto per fare un esempio fresco di cronaca, ci si drizzano i capelli in testa. Simona Agnes, Paola Severini, Monica Maggioni sarebbero candidate ad uno dei due incarichi di vertice, per la gioia di tutti i sostenitori del femminile ad oltranza. E se poi ambedue gli incarichi di vertice finissero in mani femminili, senza che per nessuno sia prevista una professionalità, necessaria invece, allora sarebbe la catastrofe.
Non c'è fra le tre una che abbia una minima idea di cosa voglia dire amministrare una grande azienda; e neanche che l'abbia amministrata, anche se piccola, una azienda in tutta la sua vita?
Il pericolo che una riesca nel tentativo estremo di per evitare veti incrociati su altri nomi, purtroppo esiste, e non sarebbe la prima volta che qualcuno sia arrivato a certi incarichi, senza averne neppure l'idea, consolidando la vergogna italiana. Pensiamo, ad esempio, ad Irene Pivetti, la cui fine ingloriosa di questi ultimi mesi, attesta in quali simoniache mani il Parlamento aveva messo la sua presidenza.
Potremmo citare anche la Casellati (non perché abbia fatto una fine ingloriosa come la Pivetti, ma semplicemente perché di donne di valore maggiore del suo sicuramente ve ne erano, in Senato, degne di avere quell'incarico!); più di Lei che si permise di gettare fango sulle glorie italiane onorate con l'incarico a vita in Senato; che prima ancora della presidenza si è distinta nella difesa del suo mentore, Berlusconi; e che da presidente, per l'attaccamento alla famiglia, ha dato lavoro o sostenuto i figli, non certo a vantaggio del Paese; e che va sfruttando certi privilegi come nessun altro ha fatto prima di Lei ed ha avuto anche la faccia tosta di giustificarsi: "ho preso l'aereo di stato - quasi 130 volte in un anno, più di tutti gli altri ministri insieme - per arrivare prima al lavoro". Del Senato e anche di casa. Eppure qualcuno osa perfino parlare di Lei come prossima inquilina del Quirinale.
La presenza in incarichi di prestigio di gente 'miracolata' da qualche santo che in quel momento ha potere, deve sempre e comunque far diffidare; perchè se pure dovessero conoscere bene o male il mestiere esercitato, mai saranno indipendenti ed equidistanti dal santo protettore. Da lui e da chiunque altro, come l'incarico richiede. Nel caso delle tre signore si aggiunge l'aggravante che nessuna delle tre conosce il mestiere che andrebbe a fare.
Le loro storie ce ne fanno venire alla mente un'altra che di altrettanta tragedia sarebbe foriera: la candidatura di Marianna Madia a sindaco di Roma, come se l'esperienza tragica con la Raggi non fosse sufficiente ad aprirci gli occhi! Il discorso vale anche per i probabili candidati maschi Carelli e Giletti che non hanno mai amministrato nulla in tutta la loro lunga carriera professionale giornalistica, se non le notizie o gli ospiti di un'arena tv, che son cosa ben diversa da cittadini e piazze. Perciò, sulla carta, in base alle loro reciproche esperienze professionali ed amministrative, i candidati più idonei sarebbero Bertolaso e Calenda, e in seconda battuta, per la sinistra, Gualtieri. Gentiloni e Sassoli siano lasciati dove sono: a Bruxelles, lì sono più utili all'Italia.
Solo Draghi può trarci in salvo da questa palude mortale del potere politico, prima che ne siamo inghiottiti.
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