Draghi quando ha attribuito al presidente Erdogan, l'epiteto di 'dittatore' dopo aver dichiarato tutta la sua indignazione, per il trattamento, a dir poco incivile, riservato alla Presidente della Commissione Europea, complice il Presidente del Consiglio europeo Michel - che se gli esperti di fisiognomica avessero contato, uno con quella faccia difficilmente sarebbe arrivato dove è ora, tant'è che anche i Belgi si sono accorti del loro madornale errore quando l'hanno votato - sapeva che mai definizione era più appropriata, considerando quale enorme differenza di vedute, di concezione politica e sociale lui ha rispetto alle democrazie.
Lo sapeva certamente, e tuttavia non si è voluto esimere dall'etichettarlo; ma ha immaginato che il 'dittatore' avrebbe potuto reagire, procurando danni al nostro paese con il quale la Turchia ha intensi scambi commerciali?
Draghi, per dirla chiaramente, si è reso conto che per togliersi 'un macigno' dalle scarpe, con il quale, pur con fastidio poteva continuare a camminare, ha messo in forse una enorme commessa industriale, di alcune decine di milioni, per la fornitura di elicotteri?
Certamente si è reso conto, anche se siamo convinti che quell'epiteto, assolutamente meritato da Erdogan, gli sia uscito di bocca a seguito dell'indignazione del suo comportamento nei riguardi di Ursula von der Leyen.
Perchè allora sono in tanti, primi fra tutti i vedovi di Conte, asserragliati nel 'Fatto Quotidiano', ad imputargli il passo falso, gli stessi che da tempo vanno dicendo ai vari governi italiani che non devono avere rapporti con un altro ben noto dittatore, quello egiziano, per i casi Regeni e Zaki - ambedue gravissimi - e vanno ripetendo che a quei paesi che non rispettano le regole democratiche mai più armi, ed anche nessun rapporto commerciale?
Semmai si potrebbe forse rimproverare a Draghi di non usare altrettanta durezza nei confronti di Al Sisi, di non interrompere i rapporti diplomatici con il suo Governo che si prende gioco della nostra magistratura, e nel caso di Zaki addirittura se ne frega delle proteste mondiali. Non lo fa perché la nostra industria militare ha avuto commesse dall'Egitto per alcune 'fregate' del valore di qualche miliardo?
Certo si dovrebbe avere il coraggio di assumere tali decisioni. Ma la mancanza di coraggio non va certo imputata a Draghi che ha chiamato per nome le persone, come hanno ammesso in tanti - più numerosi dei vedovi di Conte - che hanno anzi rimproverato più che all'Italia, all'Europa, di essere stata troppo indulgente con il dittatore turco che ha anche indirettamente sostenuto, foraggiandolo perchè si tenesse, prigionieri, migliaia di migranti.
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