Era tutto pronto, mancava solo la firma del ministro della Salute. Ma poi la politica si è messa in mezzo e l’ordinanza sul coprifuoco in Lombardia, attesa per ieri sera, è slittata ad oggi. La frenata improvvisa si spiega con lo scetticismo di Matteo Salvini, che ha stoppato il presidente leghista della Regione: «Prima di chiudere io voglio capire». Raccontano che in videoconferenza il leader del Carroccio abbia alzato la voce con Attilio Fontana, chiedendo al governatore un cambio di passo. «Voglio una sferzata di metà mandato — ha spronato Salvini —. Il governo respinge tutte le nostre richieste e a noi tocca portare la croce, imponendo misure impopolari che fanno infuriare i cittadini?». Insomma, Salvini vuole che i sindaci, da cui è venuta la richiesta del coprifuoco, accettino di smussare l’ordinanza. Qualcosa potrebbe cambiare già oggi con i negozi superiori ai 250 metri quadrati esclusi dalla chiusura nei weekend. Difficile, invece, che l’ordinanza possa essere cancellata.
Intanto a Roma il ministro Speranza aspetta la telefonata di Fontana per procedere con la firma, anche perché le nuove regole devono partire domani. Per quanto ostacolato dallo scontro politico interno, il «modello Fontana» sta facendo scuola e una dopo l’altra le Regioni, coordinate dal ministro Boccia, chiedono il consenso a Speranza per tutelarsi su zone rosse e altre restrizioni. «Non ci sono più le condizioni per un lockdown generalizzato, si stanno decidendo misure restrittive, ma localizzate — spiega la strategia Giuseppe Conte nella conferenza stampa con il premier spagnolo Pedro Sanchez —. L’importante è che la collaborazione con il governo e il ministro Speranza sia costante».
Il sindaco di Napoli Luigi de Magistris dice a Radio anch’io che in Campania «sono rimasti 15 posti di terapia intensiva» e il presidente della Regione Vincenzo De Luca annuncia il coprifuoco. Scatterà venerdì e bloccherà dalle 23 alle 5 spostamenti non indispensabili e attività superflue. È la linea del ministro Speranza, che a 'Di martedì' su La7 alza di molto il livello di guardia: «La situazione è molto seria, bisogna dire fino in fondo come stanno le cose. State a casa il più possibile, fate solo ciò che è indispensabile, per evitare che il contagio possa crescere nelle ultime settimane». Il responsabile della Salute avrebbe voluto un Dpcm molto più drastico e la conferma è nelle parole del suo consulente, Walter Ricciardi: «Avrei chiuso anche palestre e piscine».
In Liguria, Giovanni Toti esclude il coprifuoco per tutta Genova, dove il sindaco Marco Bucci, in coordinamento con la prefettura e con la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, ha individuato quattro aree che saranno interdette alla circolazione dalle ore 21 alle 6.
In Piemonte, Alberto Cirio ha chiuso con un’ordinanza i centri commerciali nel weekend in tutta la Regione, dove resteranno aperti solo alimentari e farmacie.
Per Stefano Bonaccini in questo momento «non c’è bisogno di un coprifuoco in Emilia-Romagna».
In Sicilia, Nello Musumeci teme che il contagio aumenterà, eppure rassicura: «Non siamo ancora nella fase rossa e se ognuno fa il suo dovere possiamo non arrivarci».
E in Veneto Luca Zaia paventa il collasso degli ospedali, perché «con 600 terapie intensive è come andare in guerra, gli ospedali non lavoreranno più». I numeri fanno paura, eppure Conte invita ad ascoltare gli esperti e a tenere a bada le reazioni emotive, perché la vita sociale e politica continua, sia pure «con le dovute precauzioni».
(da Corriere della Sera, di Maurizio Giannattasio, Monica Guerzoni)
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A Salvini della salute dei cittadini non frega nulla, lui pensa solo alle ripercussioni delle restrizioni sul suo elettorato. Altrimenti, perchè, contraddicendo gli scienziati, chiederebbe di 'smussarle'?
( P.A.)
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