Occorrerà che anche il Festival delle Nazioni di Città di Castello faccia i conti con il Covid - tutti del resto devono farli tali conti. Ma già si sa che alla prossima edizione, la n.54, non ci sarà come ospite una nazione sola, come è stato finora, ma addirittura tre, quelle che compongono la penisola Scandinava: Svezia, Norvegia, Danimarca.
E non c'è da meravigliarsi che che per la edizione successiva ci venga annunciato lo sbarco a Castello di un mondo addirittura lontano, come la Luna o Marte, i cui musicisti potrebbero già essersi messi in viaggio.
Per dire che a Castello, da 15 anni con Aldo Sisillo direttore artistico, e prima di lui con un altro direttore artistico che durò un ventennio circa - fatta eccezione della nostra direzione che si esaurì nel breve volgere di una edizione, quella del 2004 - ogni anno possono ospitare, almeno nelle intenzioni, una qualunque nazione, tanto si tratta sempre e comunque di festival organizzati a distanza, attraverso i canali di rappresentanza culturali, dove il peso della nazione ospitata è irrilevante o marginale, con programmi dozzinali, caserecci, che evidentemente sono sempre piaciuti ai quattro notabili di Castello, mentre a noi no!
Ma comunque a Castello sono contenti così e Sisillo potrà continuare per altri cento anni; nulla si muove, neppure dopo che è cambiato il presidente del CDA, che ora è un noto cittadino manager di una azienda internazionale residente fuori città; e che, nel consiglio di amministrazione, hanno fatto finta di mischiare le carte - tanto i figuri di un tempo in un comitato o nell'altro ci sono sempre.
E finchè ci saranno loro conterà pochissimo che cambi il presidente del CDA.
Nessuno si domanda, salvo quei pochi come noi che guardano le cose dal di fuori, come mai un direttore artistico duri tanto tempo; mentre noi un anno solo: Sisillo è obbediente e non dà fastidio a nessuno. Questa risposta, prima ancora di conoscere il nome del nostro successore, la demmo al tempo della nostra esperienza a Castello. senza reticenze.
Accettammo la direzione artistica per fare un festival e non lasciammo che altri mettessero bocca. Furono proprio quegli stessi che ci costrinsero a mollare dopo solo un anno. Quell'anno, avendo dalla nostra parte il presidente, che era rispettato e si faceva sentire, lavorammo abbastanza tranquillamente, alla realizzazione del nostro progetto artistico. Dopo la nostra direzione artistica, l'allora presidente prof. Fontana (LUISS), ritenne di lasciare quell'incarico; la sua uscita ci fece temere che il nuovo presidente, non avrebbe avuto il polso necessario per tenere a bada i soliti quattro notabili, i cui diktat, di qualunque natura, Sisillo non avrà difficoltà a seguire.
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