Secondo i dati Istat del luglio scorso, il tasso di disoccupazione è salito al 9,7% (+0,5 punti) e tra i giovani raggiunge il 31,1% (+1,5 punti): il futuro non si annuncia roseo soprattutto per questi ultimi, che hanno di fronte anni duri. Che fare? Una delle soluzioni potrebbe essere crearsi un lavoro. Ed è qui che la storica scuola di musica Saint Louis College of Music interviene puntando sulla formazione delle nuove leve nel campo della produzione musicale, inserendo nell’anno accademico 2020/2021 un master di I livello in music business & management (60 CFA) finalizzato specificamente a fornire competenze tecniche relative allo spettacolo dal vivo per agevolare l’ingresso nel mondo del lavoro e lo sviluppo delle professionalità al passo con le dinamiche dell’industria musicale. Rilevato più di venti anni fa dal M° Stefano Mastruzzi che lo dirige tuttora, il Saint Louis College of Music ha intrapreso dal rione Monti di Roma un lungo viaggio sulle note e, anno dopo anno, ha allargato il proprio campo d’azione, acquisendo un respiro internazionale e interculturale che si coglie nelle aule frequentate da 600 studenti residenti in città, altri 600 da tutta Italia e 200 stranieri.
Roberto Grossi
Non arrendersi alla crisi l’imperativo. Pertanto è stato messo a punto un progetto di formazione post laurea della durata di 360 ore che, guardando ai mestieri e alle tecniche del futuro, consente agli studenti di divenire professionisti in settori quali il management di artisti, gruppi e band, la gestione dello spettacolo, la promozione del prodotto musicale, discografico ed editoriale, il marketing musicale, il fundraising, la ricerca degli sponsor, il crowdfunding. L’obiettivo è infatti il trasferimento di una didattica che favorisca la nascita di nuove imprese, con l’immissione dello studente nel mondo del lavoro. Non una formazione accademica astratta ma un connubio tra l’insegnamento delle nozioni indispensabili per capire l’industria musicale, nei suoi ambiti tradizionali e in quelli più sperimentali, e l’ideazione e gestione di progetti imprenditoriali, in un mercato in evoluzione e nel quale stanno nascendo sempre più nuove competenze e nuovi mestieri e che però ancora presenta poche start-up.
Didattica in presenza e online, team working di carattere progettuale e organizzativo, seminari di approfondimento e tirocini orientati ai project work finali: il master approfondisce il quadro generale del sistema produttivo musicale italiano e i modelli di gestione nei diversi comparti -dall’editoria musicale alla realizzazione di eventi, dal finanziamento e fundraising alle tecniche di comunicazione, marketing e vendita, dalla gestione dei diritti alle norme sulla sicurezza. A conclusione, stage formativi di minimo 70 ore presso enti, istituzioni e festival su tutto il territorio italiano.
Diretto da Roberto Grossi, già fondatore e presidente di Federculture, Federazione delle Aziende e degli Enti di Gestione di Cultura, Turismo, Sport e Tempo Libero, il master tra i docenti annovera affermati professionisti quali il presidente della Quadriennale di Roma Umberto Croppi; lo storico del jazz Vincenzo Martorella; Antonio Taormina, del Consiglio superiore dello spettacolo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo; lo studioso Felice Liperi, già conduttore e autore di programmi musicali; Tiziana dell’Orto, esperta di fundraising; il giornalista e autore radiotv Ernesto Assante; il giornalista, critico musicale e consulente artistico di Umbria Jazz Marco Molendini; e molti altri.
Commenta Roberto Grossi, evidenziando il taglio pratico che si è voluto imprimere al corso: “Cominciamo ora con le modalità innovative che i tempi richiedono ma guardiamo avanti: il master intende dare una risposta alle problematiche che vivono i giovani in questo periodo. Alla generalizzata difficoltà di trovare un lavoro in un momento storico come questo, si è aggiunta la pandemia da Covid-19 a stravolgere le nostre vite. Ed è così che i docenti presentano programmi basati sulle esigenze del mercato reale e i corsi seguono indirizzi, dinamiche e metodologie che favoriscono le start-up nel campo della musica, per non ricalcare cliché ormai messi in crisi”.
Per assicurare la massima qualità e sicurezza della formazione didattica, il master si svolgerà con un numero chiuso di 24 iscritti, sia online che in presenza nelle sedi del Saint Louis, dal 1976 a Roma scuola di jazz, rock, blues, musica elettronica e musica per film e dal 2012 istituzione AFAM autorizzata dal Miur a rilasciare titoli accademici di I e II livello (equivalenti a laurea magistrale specialistica). Per maggiori informazioni sul piano di studi e sui docenti, si rimanda al sito del Saint Louis College of Music.
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