Il dolore certamente segna i nostri cuori, ma la Pasqua è semplicemente Pasqua, mistero di sofferenza, di speranza e di gioia».
Non piace al cardinale Angelo Bagnasco l’idea che ci avviciniamo a una “triste” solennità della Risurrezione. Comincia la Settimana Santa che, come la Quaresima, è segnata dalla pandemia.
«Penso che il coronavirus abbia almeno indebolito l'individualismo – spiega l’arcivescovo di Genova –: nessuno può illudersi di salvarsi da solo, di crearsi un rifugio. Non è vero per la salute, non lo sarà per la ricostruzione economica».
Denuncia «una visione parziale della sanità pubblica: a forza di tagliare si arriva a questi punti».
Sostiene che «il morbo-killer non attenta solo la vita, ma anche l'economia; e oggi lo spettro della povertà è evidente».
Ammonisce sul tema degli aiuti che «la gente, già piegata dall'incertezza, non può sentirsi oppressa da una burocrazia legislativa che alimenta se stessa».
E, come presidente dei vescovi europei, Bagnasco avverte che «la crisi sanitaria è un banco di prova decisivo per l'Unione Europea».
Per questo, aggiunge, la pandemia permetterà di «capire nei fatti se l’Europa è una comunità di popoli, come volevano i padri, oppure un insieme di interessi privati, di lobby economiche e finanziarie, una piazza di mercati dove alcuni sono più uguali di altri»...
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