Leggiamo su Repubblica che questa sera, a partire dalle 22 e fino alle 6 di domani, Radio 3 trasmetterà SLEEP, un'opera della durata di poco più di 500 minuti, scritta da Max Richter, non nuovo a simili esperimenti da guinness della idiozia, con la quale intende addolcire il sonno dell'umanità. Niente di nuovo nè di tanto rivoluzionario, anche perchè Richter medesimo ha dichiarato di essersi ispirato, e non soltanto ispirato, alla musica 'd'ameublement' cosiddetta, al canto Gregoriano - Dio misericordioso lo perdoni! - a Brian Eno, sulla cui musica si è formato ecc...
Non molti anni fa, aveva già fatto le prove generali di questa inutile sua fatica ultima, destinata agli uomini che se potessero esprimersi in coro gli chiederebbero di far tacere la sua orchestra, perchè 'vogliamo dormire in pace'; era accaduto a Berlino, nella periferia, in un grande garage - se ricordiamo bene, comunque ne scrivemmo all'epoca su questo stesso blog, perciò non sarà difficile cercare quel post e rinfrescarsi la memoria; invitò cittadini di ogni età a convenire di sera tardi, portandosi pigiama e spazzolino da denti, lì avrebbero trovato lettini e giacigli sui quali gettarsi per passare la notte, durante la quale la sua orchestra avrebbe suonato, senza disturbarli. All'indomani, svegli, si sarebbero lavati rivestiti e tornati in fabbrica o in ufficio. Dove magari si sarebbero addormentati per la notte insonne funestata dalla sua musica seppure 'in sordina'.
L'attuale SLEEP non sarebbe perciò che la articolata codificazione di quel primo esperimento, ripetuto per improduttiva curiosità, anche altrove dopo Berlino.
Max Richter che ha fatto ostentazione di studi musicali di qualità (anche con Berio?) è andato a scomodare, svegliandolo dal sonno secolare, Antonio Vivaldi, quando ha elaborato le sue Stagioni che abbiamo ascoltato, senza che la nostra sensibilità emotiva ne fosse fulminata come invece sembra accadere al gregge dei musicofili. Perchè, passi che un musicista rielabori e riscriva musiche di suoi colleghi, del passato, dalle quali si sente particolarmente ispirato - molti musicisti l'hanno fatto e continueranno a farlo, non c'è nulla di male - ma che debba per principio cannibalizzare sempre invenzioni 'popolari' di altri, come lui ha fatto con le Stagioni vivaldiane, ci sembra eccessivo, inutile e improduttivo.
Tale pratica, ostentata e ripetuta, ci fa venire in mente qualche compositore italiano, più d'uno in verità, particolarmente versato nell'opera, che quasi sempre prende a soggetto, e non solo a soggetto, opere di teatro, letteratura, cinema, perfino l'ecologia di moda; sempre soggetti che godono di grande popolarità, che se la sono guadagnata in proprio, e perciò a noi sembra voglia egli sfruttare per non affaticarsi troppo nella ricerca del nuovo. Semmai, lui pensa, verranno a vedere che cosa ho fatto dei capolavori di altri.
E così sembra fare pure Max Richter , idiozie sonnambulistiche a parte.
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