La premier neozelandesi e i suoi ministri hanno deciso di decurtare del 20% i loro stipendi per tutto il 2020 per far fronte con il loro personale contributo alle spese per combattere la pandemia.
Ma non sono i soli governanti ad assumere tale decisione, ad eccezione dell'Italia che per numero di parlamentari e ministri, e quantum dei loro stipendi - o emolumenti - batte tutti. E per questo dovrebbe, prima di ogni altro paese, porre mano alla riduzione sia dei Parlamentari (che il populista Salvini ed i suoi hanno tentato di fermare attraverso un referendum che dovrà comunque tenersi, nonostante il suo alto costo, benchè del tutto inutile perchè vincerà il sì al taglio con un voto plebiscitario) ed anche alla riduzione dei compensi che sono sinceramente esosi e, in tempo di crisi quale attraversiamo e quale sarà, ancora più dura, la prossima, da noi non se ne parla.
E la Nuova Zelanda non è sola in questa campagna di opportunità, moralità e buon esempio politico.
Con altre modalità, relativamente alla durata del taglio ed alla sua entità, l'hanno seguita il Giappone, la Thailandia, e Singapore, il cui capo del governo è fra i più pagati al mondo. all'incirca 120.000 Euro mensili.
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