E ancora, aggiunge Macron, "L'Unione europea, la zona euro, si riducono a un'istituzione monetaria e a un insieme di regole che consentono a ogni Stato di agire per conto suo? O si agisce insieme per finanziare le nostre spese, i nostri bisogni in questa crisi vitale? Voglio che si faccia pienamente questa scelta di solidarietà".
Al Consiglio europeo di giovedì scorso, continua Macron, "dieci Paesi dell'eurozona, rappresentanti del 60% del suo Pil, hanno esplicitamente sostenuto" l'idea di Coronabond, di "una capacità di indebitamento comune, quale che sia il suo nome, oppure di un aumento del bilancio dell'Unione europea per permettere un sostegno reale ai paesi più colpiti da questa crisi". "Alcuni Paesi, tra cui la Germania - ha continuato Macron nell'intervista a tre quotidiani italiani, tra cui Repubblica - hanno espresso le loro reticenze.
Abbiamo deciso di continuare questo fondamentale dibattito, al più elevato livello politico, nelle prossime settimane. Non possiamo abbandonare questa battaglia. Preferisco un'Europa che accetti divergenze e dibattiti piuttosto che un'unità di facciata che conduce all'immobilismo. Se l'Europa può morire, è nel non agire. Come Giuseppe Conte, non voglio un'Europa del minimo comune denominatore. Il momento è storico: la Francia si batterà per un'Europa della solidarietà, della sovranità e dell'avvenire".
Quanto alla crisi sanitaria e al modello di reazione dell'Italia e della Francia all'epidemia, Macron ricorda che in Francia "abbiamo preso le misure più forti e al più presto; abbiamo adottato, dinanzi a un numero di casi simile, le misure di restrizioni sociali qualche giorno prima dei nostri partner europei. Non me ne do alcun merito - aggiunge - perché la scienza ci ha illuminato e l'Italia ci ha preceduto in questa crisi che abbiamo potuto trarne le lezioni per noi stessi.
Abbiamo imparato dalle esperienze dolorose del vostro Paese e dalle decisioni coraggiose prese dal vostro governo: molti Paesi europei giudicavano eccessive tali restrizioni, oggi tutti le attuano perché sono indispensabili nella nostra guerra contro il virus".
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