venerdì 13 marzo 2020

FISCHI per ALBERTO RONCHEY, ancora dopo vent'anni dalla sua morte

Sono trascorsi vent'anni dalla scomparsa di Alberto Ronchey,  giornalista rinomatissimo, ministro della cultura sotto Ciampi, e  sono  scrosciati gli applausi al suo operato, ministeriale. A questi applausi, ancora postumi, non ci uniamo, come facemmo altra volta, all'indomani dell fine del suo incarico ministeriale, quando in molti, Montanelli capofila, si fecero promotori di una iniziativa, che mirava a confermarlo al Ministero - alla quale Berlusconi non diede corso.

Noi allora, sul mensile di musica APPLAUSI (sul numero di luglio -agosto 1994) che dirigevamo, scrivemmo un breve  nota, nella rubrica FISCHI, intitolandola. FISCHI per ALBERTO RONCHEY. Ecco il testo.

"Al termine del mandato ministeriale (primavera 1994) molte voci s'erano levare in difesa di Alberto Ronchey. La più autorevole e della prima ora, quella di Indro Montanelli che voleva ricandidare Ronchey a 'ministro dei beni culturali', primo della 'seconda' repubblica, con la seguente causale: "ha ben meritato sotto la presidenza Ciampi".

 La voce di Montanelli, per quanto cavernosa ed altisonante, non ha trovato ascolto presso la corte di re Silvio (Berlusconi). Anche noi non siamo d'accordo con Montanelli che lo vorrebbe riconfermato.

La ragione è presto detta.
Ce l'ha offerta una dichiarazione dello stesso Ronchey a Maria Novella De Luca di Repubblica (intervista del 3 maggio u.s.).
 La petizione del direttore de La Voce non merita attenzione perchè lo stesso ministro non ha ben chiaro il concetto fondamentale di 'patrimonio artistico'.

 In quell'intervista, richiesto di un parere sul ventilato accorpamento dei Ministero dei 'beni culturali' con quel che resta dell'ex Ministero dello 'spettacolo' (del quale ultimo nessuno sembra darsi pensiero, giacchè nel totoministri di metà maggio non risultava nessun candidato) dichiara di non essere d'accordo contale operazione " sono due organismi che hanno esigenze totalmente diverse.Lo spettacolo è di per sè una disciplina che ha a che fare con l'effimero. Magari sublime, se pensiamo a Fellini.Ma pur sempre effimero. Noi qui abbiamo a che fare con l'eterno. Mi sembra un pò difficile metterli insieme". Sta qui la ragione della sua bocciatura.

 Ronchey non ha ancora capito - e non potrò più farlo -che lo spettacolo di cui parla è anche la musica, il teatro - facciamo qualche nome: Verdi, Pirandello; sono le istituzioni musicali, come la Scala, per citarne solo una;  sono il grande patrimonio delle biblioteche musicali, per la cui salvezza egli non ha mosso un dito, nonostante gli appelli di grandi personalità a favore.
Sempre per continuare con gli esempi, la Biblioteca del Conservatorio di San Pietro a Majella di Napoli, è una miniera di tesori musicali.

 La 'spettacolo', incompatibile con i 'beni culturali' come li intende Ronchey, è anche un Museo di strumenti musicali, come quello, importantissimo, di Piazza santa Croce in Gerusalemme a Roma, al quale egli - proprio Ronchey! - ha negato l'utilizzo della palazzina Capocci che ha voluto destinare a 'Ufficio centrale per i Beni archivistici',per coservarvi tonnellate di carta.  In quel pentolone del ministero dello Spettacolo bolliva anche questo.

Certo se Ronchey frequenta, il neo assessore alla Cultura del Comune di Roma, Gianni Borgna e la sua 'Commissione di esperti' ( Serena Dandini, Enrico Montesano, Maurizio Costano ed altri),   del cosiddetto settore dello 'spettacolo', che è parte integrante della storia del nostro paese, e della cultura mondiale, non potrà mai farsi una idea aderente al vero. 
Per l'ex ministro, la fetta di spettacolo da salvare, pur effimera, è l'opera di Fellini. La musica non rientra nei suoi orizzonti culturali e nella sua azione ministeriale.

A favore di Ronchey, per la sua riconferma, sì è levata anche la voce, ed anche questa la dice lunga, di uno dei tanti ingegni italici messo la servizio della 'cassetta', Renzo Arbore.

Il suo pianto del cigno. " Nessuno sembra preoccuparsi della sorte del patrimonio culturale italiano, che pure è e dovrebbe essere  una delle più grandi risorse del paese. E' stata proprio nella valorizzazione di questo eccezionale giacimento di opere d'arte e strutture che ho concentratola mia azione..." a noi sembra un canto di liberazione da un ministro mummificato".( P.A.)

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