Il CD DECCA di recente pubblicazione, semplicemente intitolato 'Nino
Rota',
meravigliosamente interpretato da un quartetto di rara intelligenza,
ammirevole adesione e dedizione convinta (per la gran parte dei brani registrati: Alessio Bidoli,
violino - Massimo
Mercelli, flauto -
Bruno Canino,
pianoforte; ai quali si è aggiunta, per la Sonata
per flauto ed arpa, Nicoletta Sanzin), attraversa tre delle stagioni 'cameristiche' di Nino Rota, che beninteso non si esauriscono con esse, perchè fino alla sua prematura morte -
a soli 68 anni, nel 1979 - Rota ha costantemente arricchito tale produzione,
anche quando la polemica nei suoi confronti, e certo ostracismo dal
'salotto buono' della musica, ha trovato alimento nella sua musica
'di complemento', meglio che 'di accompagnamento' al cinema.
La
prima di queste tre 'stagioni', degli anni Trenta, è attestata da due brani ritenuti giustamente fra i
primi e più significativi della sua produzione cameristica,
apprezzati da subito da recensori disinteressati ed autorevoli: la
Sonata per
violino e pianoforte
(1936-7) e la Sonata
per flauto e arpa (1938)
che, ha fatto dire a Gavazzeni, trattarsi di frutti saporiti di un 'Ravel
italiano', Rota appunto.
La
seconda stagione, fine degli anni Quaranta, è presente nel CD, con due 'imporvvisi'. L'Improvviso in
re minore per violino e pianoforte (ricavato dalle musiche per il film
Amanti senza amore, 1947, di Gianni Franciolini, che altri non è che un adattamento delle
celebre novella di Tolstoj, Sonata
a Kreutzer) e l'Improvviso per violino e pianoforte,1949, arrangiato dall'autore dalle musiche per il film diretto da
Henry Cass, La
montagna di cristallo.
Questo
secondo brano, in particolare, anticipa il tema principale della Sinfonia
sopra una canzone d'amore, iniziata
appunto nel 1947, la cui definitiva stesura ebbe luogo molti anni
dopo, 1972,
e fornì al musicista materiale tematico per Il
Gattopardo di
Luchino Visconti.
Questa
seconda stagione ci conferma una caratteristica della produzione di
Rota, quella cioè di non considerare le diverse destinazioni od
elaborazioni delle sue musiche come compartimenti stagni,
impermeabili e non comunicanti.
La
terza, conclusiva stagione presente nel CD, che ci porta indietro come
le altre, ma in anni più recenti, fra i Cinquanta e Sessanta dello
scorso secolo, è rappresentata dal Trio
per flauto, violino e pianoforte
( 1958), scritto per il Trio Klemm, capeggiato dal flautista Conrad; e
dall' Improvviso
per violino e pianoforte,
con il titolo Un
diavolo sentimentale, del
1969, scritto e dedicato al violinista-editore Alberto Curci.
Questa
terza ultima stagione cameristica di Rota è, potremmo dire,
'bifronte': il Trio
guarda alla stagione giovanile, l'Improvviso,
invece, ci rimanda ad un Rota che consociamo abbastanza, avendone
ascoltata tanta della sua musica, nei diversi generi, e diversa
destinazione: 'cinematografico' ed 'oratoriale', nel
quale ultimo spicca il celebre e mai abbastanza lodato Mysterium
(
apparso 'in principio' come Mysterium
Catholicum,
aggettivo documentatissimo dal libretto, poi cassato senza ragione
(da chi?), e che per qualche esegeta, da 'oratorio' sarebbe
diventato 'cantata'. Noi di quel capolavoro possediamo una riduzione
ragalataci con dedica affettuosa dal compositore, con il titolo
originale e la specifica del genere: oratorio).
Consentiteci
di notare come ad illustrare le tre stagioni della musica cameristica
di Rota abbiano collaborato tre musicisti di diverse generazioni, dal
più giovane Bidoli, a Mercelli che dei tre rappresenta l'età di
'mezzo' al più 'agiato' Canino che dei cameristi italiani e
internazionali, è da considerarsi non solo il padre, ma un
'padreterno'.
Una
semplice annotazione lessicale. Nei brani costituti da più tempi,
come le due Sonate
e
il Trio, il
secondo movimento reca accanto all'indicazione
Andante o Largo, la
costante di un aggettivo:
'sostenuto'.
Le
note, infine, che accompagnano il CD, firmate da Nicola Scardicchio,
esegeta 'rotiano' di lungo corso e accreditato per provata
competenza, raccontano di ogni singola opera la genesi, legandola
alla struttura musicale e al profilo espressivo di ciascuna, e il
posto occupato nel catalogo cameristico, che percorre tutta la sua
produzione e non si esaurisce, come abbiamo detto, con le musiche presenti nella
registrazione, che consigliamo convintamente, per ricavarne la
prova provata della statura del 'musicista' Nino Rota.
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