Dopo aver ascoltato
il parere del comitato tecnico scientifico, Giuseppe Conte
prorogherà, probabilmente per due settimane, le misure anti contagio
che scadono il 3 aprile. Resteranno. Un blocco ancora pressoché
totale fino a dopo Pasqua, a partire dalle scuole e dalle
competizioni sportive, con un’attenzione particolare non solo alla
Pasquetta, ma anche ai ponti del 25 aprile e del primo maggio, perché
la voglia di picnic o gite al mare non rischi di mandare all’aria
settimane di sacrifici.
Quando
si riaprirà, si ripartirà con gradualità e proporzionalità. Non
subito né tutto d’un colpo, perché le prossime settimane sono
fondamentali. Per vedere davvero gli effetti delle misure restrittive
si dovrà attendere ancora, spiegano gli esperti, ma la fase più
delicata arriva probabilmente proprio adesso, perché alla grande
attenzione delle prime settimane negli italiani rischiano di
subentrare preoccupazione, paure, rabbia.
Nuove
valutazioni saranno fatte sulle attività produttive, per il
durissimo contraccolpo economico che il protrarsi del blocco provoca:
dopo lo stop alle attività non essenziali, nelle prossime settimana
potrebbero arrivare le prime deroghe, preludio a un allentamento
graduale della morsa. Nel Governo c’è chi, come Italia Viva, già
chiede di ripartire.
Per
la popolazione l’ipotesi dopo metà aprile è che si possano
tutelare gli anziani, tenendoli in casa, consentendo ai più giovani
di iniziare a muoversi. Probabile invece che gli ultimi a riaprire
siano i luoghi di svago e aggregazione, a partire da discoteche e
sale giochi, cinema e ristoranti
Per
completare la decisione e annunciare la nuova proroga della serrata,
Conte dovrebbe nuovamente incontrare le opposizioni e sentire gli
scienziati. La linea degli esperti è chiara: non è il caso di
riaprire adesso, neanche parzialmente, dice Franco Locatelli del Css
all’Huffpost. I primi segnali positivi devono indurci “ad essere
più stretti” nel rispetto delle misure, dice il professor Luca
Richeldi, pneumologo del comitato tecnico scientifico (Cts). “La
battaglia è molto lunga, non dobbiamo abbassare la guardia”.
E’
“inevitabile” che le misure in scadenza siano prolungate oltre il
3 aprile, dice il ministro Francesco Boccia, definendo irresponsabile
la richiesta di Matteo Renzi di riaprire scuole e fabbriche. Il
titolare della Salute Roberto Speranza avverte che l’epidemia è
“ancora nel pieno e sarebbe un grave errore abbassare la guardia
proprio ora”. Abbassare la guardia non si può, sono convinti anche
a Palazzo Chigi. Ma Renzi non demorde e scommette: “Piano piano
diranno tutti di riaprire gradualmente, come faccio oggi io”.
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