sabato 28 marzo 2020

Da Pupi Avati un suggerimento alla Rai che accogliamo. Per la musica, perchè non si riprende 'All'Opera!' ?



"Mi chiedo perché in questo tempo sospeso, fra il reale e l’irreale, come in assenza di gravità, i media e soprattutto la televisione e soprattutto la RAI, in un momento in cui il Dio Mercato al quale dobbiamo la generale acquiescenza alll’Auditel , non approfitti di questa tregua sabbatica di settimane, di mesi, per sconvolgere totalmente i suoi palinsesti dando al paese l’opportunità di crescere culturalmente"

Ha scritto Pupi Avati nella sua lunga lettera-perorazione indirizzata ai dirigenti Rai, per invitarli a riflettere per poi accogliere il consiglio del noto regista.

Per quel che ci riguarda, restando il nostro interesse rivolto alla musica, per l'ennesima volta suggeriamo alla Rai  (Rai Uno) di riprendere  da quelle 60 puntate di All'Opera! che realizzammo fra il 1999 e il 2004, un gruppo, magari scegliendone alcune a tema o per autori, e ritrasmetterle. 

Sono i più noti titoli del melodramma, soprattutto italiano, ridotti ai tempi televisivi: una cinquantina di minuti circa per ogni titolo, con il racconto, passo passo, man mano che l'azione si svolge e mentre  si ascoltano i passi musicali più celebri e popolari, affidato a quell'affabulatore che è  Antonio Lubrano. 

 All'Opera! trasmessa, d'estate, su Rai Uno, in seconda serata per sei anni consecutivi, e ripresa anche nel pomeriggio delle domeniche estive, in replica, ebbe in ambedue le proposte, un successo di pubblico inimmaginabile che ci fa ancora una volta interrrogare  sul perchè la Rai l'abbia cancellata. 

 La risposta, l'unica che siamo riusciti a darci nelle infinite volte che ci siamo interrogati sull'argomento, discende dall'analfabetismo italiano in fatto di musica, anche a livelli alti di scolarizzazione, e dal totale disinteresse per la medesima dei vertici Rai.

Ora avrebbero il tempo e l'occasione per rimediarvi?  Lo faranno?

Non rispondano a Pupi Avati che c'è già Rai 5. E non lo facciano anche con noi.

Nel caso di All'Opera!, l'idea di quella trasmissione era riportare al grande pubblico della tv generalista - non per niente l'iniziativa fu presa da Rai 1 -  uno dei tesori di grande popolarità  in Italia: il melodramma.
In giorni come questi in cui le famiglie, non solo i pochi intellettuali ed artisti che guardano Rai 5, devono restare a casa, la tv può regalare loro  qualche pillola di bellezza, come lo è il melodramma popolare italiano da Verdi a Donizetti a Rossini,  Bellini, Puccini, ma anche Mozart Rota Bizet, con l'immortale Carmen.
 Sta qui la differenza. I vari titoli, nel formato 'ridotto' di All'Opera! sono alla portata di tutti, mentre  non  lo sono le riprese 'integrali' delle opere offerte  da Rai 5. 

Gli autori di All'Opera! - e noi eravamo fra quelli - considerarono quel loro tentativo di riportare il melodramma popolare in tv, come un invito a recarsi poi nei nostri teatri che  oggi lamentano la mancanza di pubblico e di ricambio generazionale, e che da quella trasmissione, con indici di ascolto ragguardevoli,  ebbe una bella gratuita pubblicità.  

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