sabato 17 agosto 2019

Conte per la seconda volta scrive a Salvini per i migranti della Open Arms, ma Salvini non molla, continua a fare lo Spaccone

l Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha scritto ieri in tarda serata una seconda lettera al ministro dell'Interno, Matteo Salvini, ribadendo tra l'altro la richiesta di far sbarcare i minori dalla nave Open Arms. La lettera è stata scritta in risposta al carteggio tra Conte e Salvini di Ferragosto.


A stretto giro arriva la risposta di Matteo Salvini, dove ribadisce che la linea del Viminale non cambia. "Prendo atto che disponi che vengano sbarcati i (presunti) minori attualmente a bordo della nave Open Arms. Darò pertanto, mio malgrado, per quanto di mia competenza e come ennesimo esempio di leale collaborazione, disposizioni affinché non vengano frapposti ostacoli all'esecuzione di tale Tua esclusiva determinazione, non senza ribadirTi che continuerò a perseguire in tutte le competenti sedi giurisdizionali l'affermazione delle regioni di diritto che ho avuto modo di esporti".

È quanto si legge nella lettera sulla Open Arms che il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, ha inviato in risposta alla missiva recapitatagli dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.

 "Lo farò - aggiunge Salvini - perché coerentemente e profondamente convinto delle mie ragioni e per evitare che la tua decisione per il caso Open Arms costituisca un pericoloso precedente per tutti coloro che potranno ritenere normale individuare il nostro paese come unico responsabile dell'accoglienza e assistenza di tutti i minori non accompagnati (o presunti tali) presi a bordo in qualsiasi angolo del Mediterraneo o del mondo".

"Lo farò, inoltre, perché animato dallo spirito di affermare la dignità del nostro paese e delle istituzioni che lo rappresentano che non può essere messa in discussione e irrisa da discutibili comportamenti di soggetti privati stranieri che peraltro dimostrano continuamente che mai si sognerebbero di lanciare simili sfide agli ordinamenti e alle istituzioni di altri paesi meno che meno a quelli di propria nazionalità".

"Con altrettanta sincerità Ti rappresento il rammarico e la preoccupazione che tale Tua determinazione possa provocare una irreversibile ed onerosa presa in carico, per il nostro Paese, dell'assistenza di soggetti che, successivamente, potrebbe rivelarsi non dovuta". 

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