sabato 3 agosto 2019

Ambasciatore russo in Italia ordina niente scioperi alla raffineria di Priolo in Sicilia. Salvini: UBBIDISCO. 'Prima gli italiani' sostituito da' prima i russi'!

L’ambasciatore Razov, nella lettera del 12 marzo scorso ( 'Caro Matteo...), descrive a Salvini gli “episodi di interruzione delle attività delle raffinerie Isab srl che appartengono al gruppo petrolifero russo Lukoil”.
“Negli ultimi dieci anni – si legge nella lettera – il numero delle azioni di blocco illecito (gli scioperi, n.d.r.) delle attività da parte dei lavoratori di organizzazioni estranee che per diverse ragioni avevano perso gli appalti dello stabilimento Isab è ammontato a più di cento casi concreti e ha portato dal 2012 dal 2018 alle perdite finanziarie di alcuni milioni di euro”.
L’ambasciatore conclude ricordando che “la parte russa cerca sempre di creare le condizioni al massimo confortevoli per le aziende italiane che lavorano in Russia”, e infine si augura “una partecipazione più attiva delle autorità italiane nella soluzione del problema del più grosso investitore russo in Italia”.
La lettera del Console al Prefetto aretuseo
Direttamente indirizzata al prefetto è la lettera del 9 aprile scorso del console Evgeny Panteleev, che ricopia nei passaggi quella dell’ambasciatore e ribadisce che “i rappresentanti dell’azienda hanno attirato parecchie volte l’attenzione delle autorità locali e centrali italiane verso questo problema. Ma le azioni di blocco illecito del lavoro dello stabilimento Isab continuano”.
Infine il 12 aprile, il vice capo di gabinetto del ministro dell’Interno, Paolo Formicola, scrisse alla Prefettura, e ricordando le “precorse interlocuzioni relative agli episodi di interruzione delle attività delle raffinerie”, ribadisce le parole dell’ambasciatore: “Si sarà grati per i cortesi aggiornati elementi informativi che codesto Ufficio vorrà far pervenire in merito alla problematica in esame”.
Secondo Repubblica, Matteo Salvini avrebbe girato la lettera dell’ambasciatore al Prefetto e quest’ultimo avrebbe poi emesso l’ordinanza.
“Una raffineria russa decide di licenziare, i lavoratori iniziano a scioperare, l’ambasciatore russo indispettito per la cattiva pubblicità manda allora una lettera a Salvini, titolare della sicurezza pubblica: noi siamo sempre gentili con voi, questi scioperi stanno facendo una pessima pubblicità”.
“Altro che gli Italiani, altro che i Siciliani: prima i Russi e il loro petrolio, caro Matteo…” ha dichiarato un  deputato dem, Enrico Borghi.

Contro il provvedimento del prefetto aretuseo ha fatto ricorso al Tar la Cgil, che, come ha sottolineato il segretario di Siracusa Roberto Alosi, durante l’udienza ha appreso “le vere ragioni del provvedimento: chiare sollecitazioni che arrivano dal Governo russo per normalizzare le proteste sindacali. E non solo dall’azienda Lukoil, ma anche dai vertici del governo russo. Dunque sono evidenti pressioni politiche”.
Guarda caso nei confronti di Matteo Salvini.
Il deputato del Partito Democratico, Fausto Raciti, in una nota su Facebook, ha annunciato un’interrogazione sulla vicenda Lukoil al ministro degli Interni “Perché la difesa della patria, ‘Caro Matteo’, non si fa militarizzando i confini e proteggendo il Paese dai reati di umanità, ma difendendo i cittadini e i lavoratori dai reati di corruzione e dalle pressioni di potenze straniere e dei tuoi protettori”.

“La presunta trattativa tra la Lega di Salvini e la Russia non è, per quanto aberrante, solo un fatto di cronaca politica e giudiziaria. È invece la dimostrazione di cosa accade quando qualcuno svende gli interessi del proprio Paese a una potenza straniera, come successo in Sicilia”.

“Il ministro dell’Interno Salvini – ha scritto in una nota il senatore Faraone – deve spiegarci perché si rifiuta di rispondere in Parlamento in merito alle sue relazioni con la Russia e, nel caso dell’Isab di Priolo, risponde immediatamente signorsì alle rimostranze dell’ambasciatore russo Razov, impedendo ai lavoratori il sacrosanto diritto di manifestare per difendere il proprio posto di lavoro”.
“È inconcepibile che un ministro – ha aggiunto l’esponente dem – avendo giurato di essere fedele alla Repubblica e alla Costituzione e di esercitare la sua funzione nell’interesse esclusivo della Nazione, si pieghi agli interessi economici di potenze straniere, sacrificando la libertà di manifestare nel nostro Paese...

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