sabato 31 agosto 2019

Anche Grillo si è accorto - Salvini invece no - dei rispettivi parlamentari 'All-Star' al governo. Ed ha consigliato una diversa strada per il prossimo governo Conte

Finora Grillo non aveva mai parlato, ora finalmente l'ha fatto per mettere in guardia i suoi sui prossimi ministri Cinquestelle. Ora che si è reso conto quelli del precedente governo non erano proprio delle 'All-Star' del Movimento, o fors'anche che meglio di quelli non ve ne erano. I guai delle cosiddette 'parlamentarie' od altre idiozie  che dovrebbero convincere sulla bontà della democrazia diretta.
 E, infatti, Toninelli, Grillo (sua omonima), Lezzi, Castelli e lo steso Di Maio non sono che un campionario già sufficientemente ricco per fargli consigliare che nel prossimo governo i ministri devono essere scelti  fra personalità già note per la loro competenza nelle materie proprie  dei diversi dicasteri. Ovvio che all'elenco si potrebbero aggiungere anche i nomi di  Raggi  e Appendino. 

Gente come loro non possono governare un paese che si trova sempre in procinto di essere minacciato e travolto da qualche guerra finanziaria o crisi economica

 Molti, e fra questi anche i Cinquestelle, hanno trovato l'uscita di Grillo quasi offensiva. Grillo aveva aggiunto, ad onoro di completezza, che anche i politici dovevano far parte del governo, ma solo come sottosegretari. Insomma le decisioni di peso dovevano essere assunte da persone competenti e con esperienza, non certo dai vari Toninelli e soci.

 Salvini si è sfregato le mani per la contentezza, dopo l'uscita di Grillo, convinto che il problema non toccava i ministri  ed i loro vice della Lega. Come se Centinaio ( Agricoltura con annesso Turismo: uno sfacelo in ambo i dicasteri) - per fare il nome più illustre - non sarebbe l'alter ego di Toninelli in salsa leghista; ma c'è anche Bussetti, Stefani, Borgonzoni ed altri. Poi ci ha ripensato e si è dato una ragione:  nei Cinquestelle i ministri contano qualcosa - poco ma qualcosa; mentre nella Lega i ministri non contano un c...  conta solo lui! E perciò il problema non esiste.

L'avvertimento di Grillo dovrebbe riguardare tutti i partiti componenti le forze politiche del nuovo governo. Ha ragione. A noi quando abbiamo sentito alcuni nomi, su tutti Anna Ascani,  destinata alla Cultura - il ministero più importante in un paese come il nostro che di cultura presente e passata vive e del turismo che ne discende, ci sono cadute le braccia. 

Purtroppo l'invito di Grillo, nel suo stesso Movimento, come in tutti gli altri partiti, resterà inascoltato, con gravissimo danno per il Paese. 

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