“Bisogna trovare un modo di riconquistare la fiducia del pubblico, degli artisti, in tanti aspettano la loro retribuzione da un anno e mezzo, e dei fornitori. Senza fornitori, artisti e anche senza pubblico non c’è teatro. Occorre anche riconquistare la fiducia dei dipendenti del teatro, che sono competenti. Ci sono state troppo polemiche, in cui non voglio entrare. Quello è il passato. Ora è il momento di ricucire e di aprire porte e cancello del teatro. Questo non è il teatro del singolo assessore o del ministro, è il nostro teatro”. Parola di Sebastian Schwarz, neo sovrintendente del Teatro Regio di Torino, alla sua prima uscita pubblica, dopo il suo insediamento ufficiale lo scorso 24 luglio. Maglietta con una frase del “Gotterdammerung” di Wagner, occhialini rotondi colorati, Schwarz, tedesco di Rostock, classe 1974, sprizza entusiasmo per l’opera e il teatro ed è forse il primo sovrintendente in Italia, che ha studiato canto lirico e che ha lavorato nei più importanti teatri europei.
Prematuro parlare di come sarà il Regio nell’era Schwarz: “E’ il mio quarto giorno in ufficio. E’ tutto ancora da inventare e da studiare”, ha detto, ma una cosa appare certa: “Il compito di un ente lirico e’ quello di portare avanti il ricco patrimonio di 420 anni di storia nell’epoca di Netflix e degli smartphone. Per farlo dobbiamo interpretare l’estetica contemporanea, trovando un equilibrio, tra tradizione, repertorio e innovazione “.
“Gestire un grande teatro lirico come il Regio, molto amato dai suoi abbonati e dal suo pubblico e’ un servizio pubblico nel quale credo molto”, ha messo in chiaro.
“Al più presto incontrerò i dipendenti per coinvolgerli in un futuro, che deve essere molto vivace e di conseguenza glorioso”, ha detto Schwarz, che a metà settembre intende incontrare dipendenti e abbonati. Un futuro su cui però gravano ancora fardelli come 20 milioni di liquidità che mancano all’appello.
“Servono i soldi per tappare i buchi che abbiamo, in modo da ripartire davvero da zero per potere avere una programmazione triennale. Tra banche, debiti con artisti e fornitori manca liquidità per 20 milioni. E guardando alle Fondazioni liriche italiane il Regio non è tra quelle messe peggio. Una situazione che ha a che fare anche con i ritardi con cui arrivano i finanziamenti pubblici. Su questo dobbiamo lavorare. Chi può programmare con 5 anni di anticipo in Europa, come a Parigi ad esempio, si accaparra i migliori artisti”, ha spiegato Schwarz, che punta anche ad arruolare sponsor privati. “Ogni euro, anche 5 possono fare la differenza. Se ogni abbonato mettesse 10 euro per esempio si arriva a 100mila euro e si può già fare qualcosa di interessante oppure pagare i contratti del 2018 che ancora non abbiamo onorato”, ha esemplificato.
Negli ultimi 10 giorni sono stati rinnovati 70 contratti. Quanto al direttore artistico del Regio, Alessandro Galoppini, Schwarz non si sbilancia: “scade il 19 agosto, ma ci sono contratti che sono scaduti ieri. Galoppni è una persona splendida, professionista di grande preparazione, ma dobbiamo risolvere altri problemi più urgenti. Nelle prossime settimane vedremo”.
E intanto Schwarz ha in cantiere anche progetti artistici. “In questo momento posso dire che sto lavorando su una nuova opera, che stavo programmando con la English National Opera per il 2022. Si tratta di un’opera che si basa sul calcio. Inizialmente non avevo neanche pensato a Torino, però ovviamente nel capoluogo piemontese il calcio ha una tradizione e una vita molto particolare”, ha rivelato ai giornalisti Schwarz.
Il calcio e i suoi adepti sembrano anni luce lontani dai melomani. E invece? “Nella lirica ci sono storie di cento o mille anni fa. E allora mi sono chiesto: quali sono le storie da cui il pubblico tra 150 anni può trarre qualcosa su come si viveva ne 2019? ‘Le nozze di Figaro’ ci racconta ad esempio di cosa succedeva pochi giorni prima della Rivoluzione francese. Bisogna trovare le storie di oggi, cercando di aprirci verso chi a teatro non verrebbe maii. Al momento ho parlato con vari compositori e stiamo lavorando con 5 storie sul calcio. E’ un progetto che nascerà in parallelo con i Mondiali del 2022 e Torino sarebbe un posto adatto al progetto. Se nascerà a Londra o a Torino questo lo vedremo. E’ solo un’idea”: Come a dire va bene “La Traviata” e “La Bohéme”, che sono intoccabili, ma il mondo dell’opera deve anche evolversi per riportare a teatro i giovani.
Un tema questo che sta molto a cuore a Schwarz che vorrebbe incontrare il rettore dell’Università e anche i dipartimenti di Pedagogia, per mettere a punto programmi ad hoc che formino insegnanti in grado di trasmettere l’amore per il teatro e per l’opera agli allievi. “Come possiamo noi partecipare alla formazione dei bambini e accendere il fuoco della passione per il teatro, per l’opera, per la cultura ? Sarebbe bello avere insegnanti che muoiono dalla voglia di condividere l’amore per il teatro e per la lirica con gli studenti, soprattutto in un momento in cui l’educazione musicale nelle scuole non è molto valorizzata”. Per ora ha preso casa a Torino, di cui ha molto apprezzato la cucina. “Mi sa che presto dovrò cambiare la taglia dei vestiti”, ha scherzato.
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