martedì 6 agosto 2019

Placido Domingo torna a Caracalla dopo 14 anni. Vi diresse Aida nel 2005. Noi vi assistemmo e lo intervistammo. Non manca perciò dalle terme romane dal 1990 (con il 'Concerto dei tre tenori')

Il grande tenore al suo debutto, ma sul podio,  nelle storiche terme di Caracalla, per un'opera che ha cantato centinaia di volte e molte altre diretto. In una scenografia virtuale di luci e immagini, molto apprezzata. Si replica fino al 4 agosto ( 2005, ndr).


Dici Caracalla e pensi ad Aida di Giuseppe Verdi, al punto che lo scrittore Giorgio Vigolo suggerì di chiamare il Teatro delle Terme di Caracalla, l'Aideo (ad oggi siamo a quota 550 repliche di Aida a Caracalla). 

In passato, il binomio Aida/Caracalla ha garantito al pubblico internazionale uno spettacolo colossal, centinaia di comparse con contorno di elefanti, cavalli, cammelli. Poi i palati divennero più 'fini' e le presenze di Aida andarono sempre più diradandosi.


Prima d'ora, la sua ultima comparsa è di dodici anni fa. Per il suo ritorno l'Opera ed il Comune hanno dovuto offrire tassative garanzie alla Sovrintendenza, perché a Caracalla chiunque si attende ancora di vedere Radames che, nella celebre scena del trionfo, arriva su una biga trascinata da cavalli e seguito da elefanti e cammelli che recano il prezioso bottino di guerra. Non sarà più così. 

Come impone la nuova filosofia sull'uso dei siti storico/archeologici a fini di spettacolo, si è sperimentato un allestimento rivoluzionario, poco costoso e per nulla invasivo del monumento.


Ma prima occupiamoci del direttore, Placido Domingo che fa il suo debutto a Caracalla. Tolta la partecipazione al Concertone dei Tre Tenori del 1990, in occasione dei Mondiali di calcio, il grande tenore non ha mai cantato in un'opera a Caracalla, e forse non canterà mai; mentre è possibile che vi torni ancora come direttore dopo questo debutto (si parla di progetti futuri, a partire dal 2007). 

Quella da direttore è la seconda vita di Domingo, sebbene articolata su pochi titoli che conosce molto bene: egli stesso non sa più quante volte ha cantato Aida, e quante altre l'ha diretta. Era facile immaginare che Domingo fosse un direttore ideale per i cantanti. Ma non era altrettanto facile immaginare che l'orchestra ne avrebbe guadagnato dal suo gesto espressivo e coinvolgente, offrendoci un'Aida dai mille colori, pomposamente rituale ma anche intima, come intimo è il dramma che coinvolge la schiava etiope, la principessa figlia del Faraone ed il celebre condottiero. Domingo direttore promosso a pieni voti. 


L'altra novità era rappresentata dalla specialissima scenografia. Nessuna scenografia posticcia. Sullo sfondo le terme; e, più avanti, fondale e quinte trasparenti e mobili per delimitare il palcoscenico. Sulle terme e sul fondale e sulle quinte uno speciale sistema di luci, «moving lights», sparava colori ed immagini, queste ultime tratte dall'iconografia egizia e anche romana, come nel caso della stanza di Amneris che, uscendo dal bagno, si trova in un ambiente con gli stessi mosaici delle Terme, al tempo del loro splendore. I ruderi cambiano d'abito molte volte nel corso dell'opera; si vestono di colori, simboli, immagini, trasformandosi in scena a tutti gli effetti. 

L'idea e la realizzazione sono di Paolo Miccichè. Per l'anno prossimo promettono che, senza più fondale e quinte, saranno le Terme, seppur un po' distanti dal palcoscenico, a fare da scena unica per l'opera. Il pubblico sembra gradire e apprezzare la soluzione, certamente più economica di quella abituale, più maneggevole, e infine, più rispettosa del monumento che sfrutta senza neppure sfiorarlo.


Ai cantanti, tutti ottimi, almeno l'onore della citazione: Isabelle Kabatu, strepitosa intima Aida; Mariana Pentcheva, superba ed irascibile Amneris; Marco Malagnini, gagliardo Radames; Juan Pons autorevole Amonasro, e poi Giacomo Prestia solenne Ramfins, e Carlo Cigni, nobile Faraone. 
Danze del Corpo di ballo dell'Opera, coro istruito da Andrea Giorgi; sul podio, dalla seconda recita in avanti ci sarà Giovanni Reggioli. 
Si replica da mercoledì fino a giovedì 4 agosto, tutti i giorni, ad eccezione di domenica 31 e lunedì 1 agosto (2005 ndr).

                                   ( Pietro Acquafredda, IL GIORNALE)

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