mercoledì 21 agosto 2019

Sergio Perticaroli. Un ricordo

Due giorni fa è morto Sergio Perticaroli, aveva 89 anni e da molto tempo era ammalato. Nel suo recente passato e prima della lunga malattia che lo aveva praticamente isolato dal mondo, era stato anche vice presidente e presidente 'pro tempore' dell'Accademia di Santa Cecilia, alla morte di Luciano Berio, a maggio del 2003.

 Noi Perticaroli lo conoscevamo da  molti anni per diverse ragioni ,  di carattere professionale innanzitutto (era stato fra i primi collaboratori del nostro Piano Time) dopo che  aveva rallentato la sua attività di concertista (aveva vinto giovanissimo il 'Busoni') e si era dedicato all'insegnamento, a Santa Cecilia ed al Mozarteum di Salisburgo, su tutti; e ragioni umane e personali, perchè Perticaroli era persona  leale, educata, mai invadente, gentile, 'a modo' in una parola ed anche buon amico.
Negli anni di Piano Time ci frequentavamo spesso, siamo stati suoi ospiti nella casa di via Nomentana; poi da quando traslocò ed andò ad abitare dalle parti di Piazza Verdi, nella casa-museo in cui ha vissuto gli ultimi anni e dove è morto, l'abbiamo visto più di rado. 

L'andammo a trovare l'ultima volta  nel periodo in cui fece, per la morte di Berio, da presidente dell'Accademia, alla vigilia delle elezioni che riportarono alla sovrintendenza Bruno Cagli.

Contava di essere eletto presidente-sovrintendente, lui che non amando la mischia aveva preferito ritagliarsi e rifugiarvisi  in quel suo spazio di insegnante ai corsi di perfezionamento.

Appena insediatosi da presidente 'pro tempore', Perticaroli chiese ad Hans Landesmann di fare da consulente per l'Accademia - lo conosceva dagli anni di Salisburgo; e la scelta, per il prestigio e la competeneza della persona, era azzeccatissima. 

Nonostante avesse in qualche modo rappacificato gli accademici che uscivano da un periodo burrascoso a causa delle prese di posizioni  spesso autoritarie di Berio, non l'ebbe vinta su Cagli alle successive elezioni. Gli accademici preferirono Cagli, espressione di lobby potentissime di vario genere,  a lui, competente e mansueto che  si era fatto aiutare da una personalità di competenze e rapporti internazionali. Gli Accademici non perdonarono a Perticaroli di aver chiamato un collaboratore esterno,  dimenticando le competenze interne. Perticaroli, immaginiamo, l'aveva fatto per non resuscitare rancori, inimicizie di cui la vita dell'Accademia  anche dopo è stata sempre costellata.

 E infatti Cagli venne eletto,  ma solo dopo molte tornate quando il quorurm si era abbassato.

 Noi raccontammo quel che Perticaroli ci aveva riferito, nella nostra biografia di Pappano ( Skira), ma fummo poi costretti a toglierla. Perchè  Cagli dopo che ebbe letto il manoscritto, ci chiamò, lo incontrammo in Accademia e ci disse: questo potevi anche risparmiartelo; c'era proprio bisogno di  scriverlo? Lo togliemmo anche perchè Cagli, che  per decisione dell'editore, firmò la prefazione con lo stesso testo che per nostra decisione doveva comparire all'interno del libro e non all'inizio,  e perchè nel libro lasciammo comunque scritto che era stato eletto non al primo scrutinio, quando ancora la candidatura di Perticaroli sembrava avere i numeri per vincere.

Perticaroli anche con Cagli  continuò ad insegnare ma poi pian piano si defilò dall'Accademia, perché prese a girare il mondo per master class e concorsi pianistici, perché purtroppo la malattia che lo colpì lo mise fuori gioco per lunghissimi anni.
Ciao Sergio.

 P.S.
 In questi ultimi giorni  lettori di questo blog hanno riaperto post del passato, uno in particolare: quello in cui pubblicammo lettere, durissime, di accademici ceciliani che alla vigilia dell'elezione di dall'Ongaro a sovrintendente, ripercorrevano la strada sbagliata che Cagli aveva percorso per  farlo eleggere. Se fosse stato eletto Perticaroli dall'Ongaro non avrebbe avuto la strada spianata.

 Adesso, che a breve ci saranno nuovamente le elezioni a Santa Cecilia ci auguriamo che gli accademici riflettano sulle loro scelte e non si facciano abbindolare, per la seconda volta, dal pifferaio  dall'Ongaro.


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