mercoledì 7 agosto 2019

Claudio Orazi sovrintendente a Genova. L'aria di Cagliari di faceva male, mentre quella di Genova lo guarirà dai problemi di salute accampati per lasciare la Sardegna

Claudio Orazi è il nuovo sovrintendente del teatro "Carlo Felice" di Genova.
La nomina, come riportato dall'Ansa, arriva direttamente dal ministro dei Beni culturali Alberto Bonisoli.
Claudio Orazi, che prende il posto di Maurizio Roi, aveva annunciato nella giornata di ieri la decisione di lasciare l'Ente lirico di Cagliari.
"Ho interpretato e svolto il mio ruolo con l'onore e il piacere di porre il Teatro Lirico di Cagliari e la terra di Sardegna al centro di un ampio progetto culturale - aveva ricordato - che da un lato ci ha visti più radicati sul territorio dall'altro aperti al mondo con una attività di internazionalizzazione".
La nuova nomina a Cagliari dovrebbe arrivare dopo il 30 settembre, data indicata per le dimissioni ufficiali.( ANSA)

                         (da CAGLIARI NEWS)

Nominato alla fine del 2015, si è dimesso dopo tre anni e mezzo: il suo mandato sarebbe scaduto nel 2020
Orazi lascia la guida del Teatro lirico Un addio a sorpresa quello del sovrintendente: «Motivi di carattere personale e familiari» 

Claudio Orazi lascia lo scranno di sovrintendente dell'Ente lirico con un anno di anticipo: ad annunciarlo è stato lui stesso spiegando la decisione con motivazioni di carattere personale e familiare. Non ci sarebbe nessun mistero, nessun retroscena politico dietro la scelta: come ha più volte detto, in tempi non sospetti, alle persone a lui vicine in questa avventura cagliaritana, Orazi, maceratese sessantenne, voleva tornare nella Penisola, avendo i genitori anziani e una figlia neodiplomata che andrà a studiare in un'altra regione. Anche se c'è che sostiene che ad accelerare l'addio del sovrintendente sia stato proprio il cambio di maggioranza in Regione e al Comune.
I dubbi
Nominato alla fine del 2015 dall'allora sindaco Massimo Zedda, il sovrintendente, seguendo le logiche dello scacchiere politico, era dato vicino al Partito democratico. Definizione che, in realtà, non gli calzava alla perfezione: è stato anche sovrintendente a Verona dove ha lavorato fianco a fianco con un sindaco leghista.
L'addio
Dopo aver spiegato l'addio con motivazioni di carattere personale e familiare, Orazi ha ricordato gli oltre tre anni e mezzo trascorsi a Cagliari. «Ho interpretato e svolto il mio ruolo», ha detto, «con l'onore e il piacere di porre il Teatro lirico di Cagliari e la terra di Sardegna al centro di un ampio progetto culturale che, da un lato ci ha visti più radicati sul territorio, dall'altro aperti al mondo con una attività di internazionalizzazione, penso al rapporto con gli Stati Uniti d'America, che, nel docufilm a firma del grande Martin Scorsese, trova la punta di diamante della mia azione che è stata al servizio di una idea di come la cultura e il patrimonio musicale italiano possano imporsi mantenendo le prerogative di impegno sociale e a beneficio di tutti».
Il sindaco
Impossibile pensare a un ripensamento. L'amministrazione comunale dovrà nominare il nuovo soprintendente dopo il 30 settembre, giorno da cui decorreranno le dimissioni. «Un ringraziamento particolare al sovrintendente Claudio Orazi», ha commentato il sindaco Paolo Truzzu, «che lascia un Teatro lirico efficiente, con un bilancio positivo, un'istituzione che ha aumentato notevolmente la sua presenza nelle scuole, ha accolto studenti di ogni ordine e grado, ha perseguito politiche di radicamento sul territorio, ha dialogato con istituzioni e associazioni locali».
Il futuro
Dunque, Truzzu dovrà individuare un nuovo sovritendente. E, nel frattempo, Orazi cercherà un altro lavoro: sfumata l'ipotesi del Regio di Torino (nonostante fosse nella rosa di papabili, la scelta è caduta su Sebastian Schwarz), per lui si profila la possibilità di accasarsi a Genova. «Non dovrebbe, comunque, avere troppi problemi», ha aggiunto il presidente uscente del Teatro lirico Giuseppe Andreozzi, «dal momento che qui ha operato molto bene: a livello nazionale è ormai considerato un esempio di efficenza amministrativa».
Marcello Cocco

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