venerdì 1 giugno 2018

Diario del governo che sta per arrivare

 - Giuseppe Conte, al suo curriculum già troppo lungo, lunedì scorso ha aggiunto un'altra voce; ' già premier incaricato - ma che ha dovuto rinunciare - del primo governo gialloverde della storia italiana'; e oggi una ulteriore: 'premier  del governo 'salvimaio', altrimenti noto come 'gialloverde'.
 I dubbi sulla sua autonomia  di governo, come previsto dalla Costituzione, sono infiniti e impossibili, o quasi, da sciogliere.

Per saperne di più rivolgersi a Mimmo Cuticchio, titolare di una storica impresa di burattini. Vi spiegherà che i 'tiranti', per un teatro di burattini, anche con un solo pupazzo a grandezza naturale in scena, sono sempre più d'uno, esattamente come nel caso del governo Conte, il burattino con gli abiti di un eroe. Dietro di lui i tiranti che ne decidono le mosse: Salvini, Di Maio, Giorgetti. I quali pure gli prestano la voce. Solo che, a differenza di quello che accade nell'impresa di Mimmo Cuticchio, ogni volta che i tiranti di Conte devono muovere il loro burattino, Di Maio deve consultarsi con Grillo, Casaleggio e con la piattaforma Rousseau; Giorgetti deve chiedere a Salvini sulla mossa da far fare a Conte; e Salvini , a sua volta, al suo popolo. Insomma Conte rischia di restare immobile ed afono, incapace di muoversi e aprir bocca senza l'aiuto dei tiranti  che lo fanno apparire anche ventriloquo.

 Ma, comunque vadano le cose, un governo è stato varato, dopo le infinite vergognose, talvolta furbe, giravolte dei protagonisti, in tre mesi di estenuanti trattative e tira e molla, ed ora è atteso alla prova dei fatti. Perchè Conte, ma anche Salvini e Di Maio, sarebbero vincolati da un contratto, che devono rispettare e soprattutto - cosa ben più difficile - realizzare. Ma  giudicarli ancor prima che si mettano all'opera non è corretto.

-Cottarelli superstar.  Cottarelli, il Presidente del Consiglio della storia politica italiana, incaricato per il più breve tempo, quarant'otto ore, prima della rinuncia. al momento di congedarsi ha ricevuto dalla sala stampa del Quirinale un applauso sgorgato sincero e spontaneo.
 Cottarelli, un signore con un curriculum, lui sì di tutto rispetto, ha risposto alla chiamata del Presidente, è corso a Roma, si è messo a lavorare a quel Governo 'neutrale' per la cui formazione aveva ricevuto l'incarico. Quando Mattarella gli ha fatto sapere che  quella sua minaccia, sotto forma di incarico, aveva prodotto finalmente la nascita di un governo 'politico', lui si è tirato indietro, spiegando che un governo 'politico' è di gran lunga migliore di qualunque altro governo, compreso il suo; ha ringraziato per la fiducia,  ha chiesto scusa per essere stato di poche parole, ha salutato ed è uscito, accompagnato dall'applauso dei giornalisti.
  A confronto con Cottarelli, un autentico signore, Salvini e Di Maio, avrebbero potuto essere scambiati per due bifolchi, incaricati di curare il giardino della residenza del principe Cottarelli, anche senza divisa d'ordinanza,  cioè da vivaisti di professione, mentre li conosciamo con cravatta o con felpe recanti l'indicazione geografica del precedente impiego. Non lavoro, perchè i due non hanno MAI LAVORATO.

-Bonafede, avvocato fiorentino,  è ministro della Giustizia. Qualunque cosa uscisse dalla nostra bocca nei suoi riguardi, chiunque potrebbe ricordarci che ministri  suoi predecessori, sono stati Mastella o Alfano...dunque mosca!
Vero. Ma, leggendo qualche riga che lo riguarda, abbiamo appreso che sarebbe stato lui a presentare Conte, professore a Firenze, a Di Maio.  Come anche che, in questi giorni  alla vigilia dell'assunzione del Ministero della Giustizia, il sito internet del suo studio legale fiorentino è 'in lavorazione': pulizia, correzione od altro? Abbiamo anche letto che il suo studio fiorentino si è specializzato sulla 'Class action'; continuerà ad essere specialista della materia, anche nel caso tale azione legale avesse come destinatario lo Stato? E, sempre da internet, che lo studio fiorentino di Bonafede, si sarebbe allargato enormemente, con l'arrivo di altri giovani avvocati, un drappello, nello stesso anno in cui Bonafede,  deputato anche nella precedente legislatura,  venne eletto 'vice presidente' della Commissione Giustizia della camera. Ma sarà una semplice coincidenza. Nessun conflitto, semmai profitto di interessi.

Savona, Di Maio, Salvini, Mattarella. Nelle ultime settimane i rapporti fra questi esponenti della politica e delle professioni non sempre sono stati corretti, e men che mai cordiali, con il Presidente Mattarella. Ora tutti questi, oggi pomeriggio, dovranno giurare davanti al Presidente della Repubblica, come ministri, e dovranno anche ipocritamente stringergli la mano e magari anche abbozzare un sorriso.  E' la politica, bellezza!

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