IERI CONCORSINI, OGGI CONCORSONI
I tempi sono cambiati e
gli orizzonti allargati. Un tempo si facevano quasi sempre
concorsini, per mancanza di mezzi e di idee, oggi sempre e solo
concorsoni, con ricchezza di mezzi e di idee e con giurie all’
altezza del compito.
Anni fa, in fatto di
giurati, ci si doveva accontentare di quello che passava il convento,
come si usa dire.
Ad esempio, per il
Concorso ‘Fogli d’album’, bandito dalla rivista Piano
Time, per due anni consecutivi - un concorso
di composizione pianistica dalla forma singolare, riservato a giovani
musicisti - i partecipanti dovettero accettare, si suppone non di
buon grado, due giurie assolutamente caserecce, così composte:
Elliott Carter (presidente),
Mario Bortolotto, Sylvano Bussotti, Aldo Clementi, Franco Donatoni,
Ada Gentile, Francesco Pennisi, Salvatore Sciarrino,
per il concorso del 1985; e per l’anno successivo: Aldo
Clementi (presidente),
Mario Bortolotto, Sylvano Bussotti, Pascal Dusapin, Brian
Ferneyhough, Francesco Pennisi, Salvatore Sciarrino, Ivan Vandor.
Non vi furono vincitori nel 1986, ma due segnalati, uno dei quali
era appunto Giorgio Colombo Taccani,
quest'anno compositore al Festival Mito,
l'altro Erik Battaglia.
La presenza, nel 1986, dei
due giurati stranieri, sconosciuti al mondo intero, è da ricondurre
alle insistenti suppliche dei diretti interessati presso la direzione
del concorso. E la presidenza di Elliott Carter, nel concorso del
1985, va letta come semplice omaggio alla veneranda età del
compositore americano, anziano già all’epoca e da noi praticamente
sconosciuto, allora come ora; mentre ha superato il secolo di vita ed
è recentemente scomparso.
Oggi le cose sono davvero
cambiate, ogni concorso ha la sua giuria, ed ogni giuria i più
titolati giurati; i quali, una volta individuati, si vanno a cercare
fuori d’Italia e, se necessario, anche fuori dell’Europa, senza
badare a spese. Per scettici e increduli gli esempi che seguono.
Cominciamo dal Concorso di
composizione ‘Francesco Agnello’, bandito dal CIDIM, per onorare
la memoria del suo fondatore che, per la musica del nostro tempo,
molto si adoperò nei primi anni della sua attività di operatore
musicale, come testimoniano tuttora le Settimane internazionali di
nuova musica a Palermo, degli anni Sessanta. Il concorso si articola
in due sezioni: cameristica e sinfonica. Queste le formazioni
internazionali delle due giurie. Cameristica:
Maurizio Cocciolito, Piergiorgio Meneghini, Piero Niro, Dario Oliveri
e Giorgio Pugliaro. Sinfonica:
Marzio Conti, Yoram David, Gustav Kuhn, Ruben Jais e Marcello Panni:
il gotha della direzione d’orchestra. Presidente-segretario senza
diritto di voto, Piero Rattalino.
Un altro esempio? A
Perugia, la Sagra musicale umbra, per porre fine allo scempio che
della musica si fa in chiesa, ha indetto un Concorso internazionale
di musica sacra, intitolandolo a Francesco Siciliani, per il quale ha
trovato un ascolto interessato in ogni parte del mondo. Ai
partecipanti era richiesta una composizione per coro, con o senza
organo, sul testo del Credo – ma un Credo sintetizzato, non quello
di tutte le Messe del passato. Dunque un Credo non liturgico. I
duecento e passa compositori partecipanti sono stati giudicati da
Giya Kancheli (presidente), Massimo Palombella, Filippo Maria
Bressan, Gary Graden e Alberto Batisti. Marcello Filotei, segretario
(nel bando non si specifica se ‘con o senza diritto di voto’. C’è
una bella differenza!)
Rovereto, infine, da
alcuni anni organizza il Concorso internazionale di composizione
‘Strumenti di Pace’, attorno alla famosa Campana dei caduti. La
giuria dell’ultima edizione era composta da: Ivan Fedele
(presidente), Matthias Osterwold, Tadeusz Wielecki, Mauricio Sotelo,
Marcello Filotei. In tutti i casi recenti giurie prestigiosissime e
di internazionale rinomanza, niente da spartire con quelle da
concorsini di molti anni fa, alle quali si faceva cenno al principio.
(da Music@, bimestrale, marzo-aprile 2013)
(da Music@, bimestrale, marzo-aprile 2013)
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