mercoledì 13 giugno 2018

Sergio Segalini, Patricia Adkins Chiti. In memoriam

In poco più di una settimana se ne sono andati due nostri buoni conoscenti, attivi nel mondo della musica.

All'inizio di questo mese Sergio Segalini, a Parigi, per la recrudescenza di un brutto male che l'aveva colpito molti anni fa, dal quale sembrò, per un periodo, essere guarito.  Lo conoscemmo una quindicina di anni fa alla Fenice, in occasione degli annuali travagliati 'Concerti di Capodanno, per i quali la Rai ci aveva affidato una consulenza artistica, relativa alla formulazione del programma.  C'era sempre da lottare per ottenere che il programma conservasse il carattere 'popolare' che noi gli abbiamo impresso fin dalla prima edizione.  Con Ortombina le lotte per lo stesso problema sono state molto più dure, sempre.
 Segalini, prima di conoscerlo personalmente, lo avevamo conosciuto attraverso Opera International, la rivista  che lui dirigeva negli stessi anni in cui noi dirigevamo Piano Time.

 Venuto in Italia, prima di approdare alla Fenice,  aveva lavorato al Festival di Martina Franca,  portando sulle scene opere dimenticate del melodramma italiano e francese, con grandi riscontri internazionali.

La fine del suo lavoro in Italia coincise con la sua uscita burrascosa dal Teatro San Carlo di Napoli .  Ora non ricordiamo più i particolari della storia, ma ricordiamo bene che fu una vigliaccata giocatagli da qualcuno il cui nome ben consociamo e la cui spregiudicatezza era nota a tutti.
 Poi il suo ritorno a Parigi, dove ha convissuto con la sua malattia, da dove lo abbiamo sentito un paio di volte. E niente più.

 Patricia, invece, l'abbiamo, in tempi lontani, frequentata da vicino, all'inizio delle sue battaglie per la nascita della Fondazione 'Donne in musica', alla quale si devono infinite ricerche sulla presenza femminile nella storia della musica di ieri e di oggi, in tutto il mondo, ed un'azione continua per sostenere la presenza delle donne musiciste nella società.
 L'ultimo contatto, a settembre scorso,  fu telefonico e elettronico; ci espresse dispiacere, dopo averci raccontato delle ultime sue ricerche storico-musicologiche, per un comune conoscente che aveva da poco pubblicato un libro sull' argomento, per il quale Patricia si è spesa da sempre, facendo finta che le sue precedenti numerose ricerche non fossero mai esistite. Ma poi chiuse la telefonata dicendo che se era tanto copiata, voleva dire che il suo lavoro aveva avuto un gran successo. Aveva ragione.

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