martedì 26 giugno 2018

Quanta stupida inutile finzione nell'intervista a Giorgio Battistelli che torna alla Fenice con l'opera 'Riccardo III'

Enrico Parola, si chiama così, il giornalista che sul Corriere di oggi presenta l'opera Riccardo III, da Shakespeare che debutta alla Fenice, intervistando l'autore, Giorgio Battistelli, il quale colpisce per la sua ipocrisia, quando dice che  si è sentito chiamare al telefono dal sovrintendente della Fenice Fortunato Ortombina che, avendo appena letto al pianoforte la sua opera, gli annunciava che voleva rappresentarla a Venezia. Come  è possibile che un sovrintendente conosca la musica - si è detto il compositore, al quale per qualche attimo è sembrato di trovarsi in un altro paese, dove forse  è ancora possibile che un musicista guidi un teatro?

 Cominciamo col dire che Battistelli e Ortombina si conoscono, dunque Battstselli non finga di cadere dalle nuvole. E lo conosce da tempo, perchè per molti anni Ortombina, diplomato in trombone e laureato con una  tesi sul teatro verdiano, è stato direttore artistico del teatro veneziano. E non solo lo conosce, ma lo conosce bene, perchè già nella passata stagione quello stesso Ortombina che ora da direttore artistico è passato  ad essere anche sovrintendente, ha già ospitato una sua precedente opera, Il medico dei pazzi, al Teatro Malibran.

 Ma aggiungiamo che Battistelli conosce Ortombina anche da prima. Lo sappiamo con certezza. Almeno dal 2014 perchè per il Capodanno del 2015(l'anno dell'Expo milanese), in occasione dell'omonimo concerto trasmesso in diretta da Rai 1,  per il quale concerto noi  avevamo, fin dalla prima edizione, una consulenza artistica per conto della Rai. Ortombina e l'allora sovrintendente Chiarot, ci proposero di aprire il programma con un brano appositamente commissionato a Battistelli, dal titolo EXPO. Noi ci opponemmo al suo inserimento nel programma, perchè lo giudicammo inopportuno in apertua di concerto - avrebbe disorientato gli ascoltatori in teatro e i telespettatori, ai quali principlamente il concerto si rivolgeva -  e il brano, che non abbiamo mai saputo se Battistelli lo avesse già scritto o lo avrebbe scritto, non fu inserito nel programma. E quella fu la ragione principale per cui la nostra consulenza per quel concerto, dopo un decennio di grandi successi, cessò.

Forse le due opere di questi anni recenti potrebbero essere state una sorta di risarcimento per quell'intoppo, o forse frutto di altri  intrecci che non conosciamo nè ci interessa conoscere.
Dunque almeno da allora, se non da prima, visto che Ortombina prima della Fenice lavorava nella segreteria artistica della Scala, i due si conoscono e Battistelli sa bene che Ortombina è un musicista diplomato e che solo dopo l'andata di Chiarot, a Firenze ( un feudo di Battistelli), ha assunto anche l'incarico di sovrintendente.

 Riccardo III di Battistelli commissionato 13 anni fa dall'Opera olandese, approda in laguna nello stesso allestimento del debutto, con la regia di Carsen. La ragione di tanta attesa italiana, mentre l'opera pare sia stata ripresa altrove, è  forse da ricercare nell'organico vocale assi vasto ed anche nella sua durata, due ore e mezzo circa di musica.

 Qualunque teatro ci penserebbe due volte prima di mettere in scena un'opera così impegnativa senza poterne preventivare l'esito, commisurato allo sforzo produttivo. D'alto canto, per l'opera contemporanea in Italia, non si può neanche dire che  un eventuale suo taglio 'cameristico' ne possa favorire l'esito positivo ed il suo regolare approdo nei teatri. In generale, se non fosse per certi parametri  premiali ministeriali, ben pochi teatri scommetterebbero un solo Euro su di un'opera nuova.

Concludendo,  Battistelli conosce l'Ortombina direttore artistico ed ora anche sovrintendente, da molti anni, e dunque non faccia il finto tonto, dicendosi meravigliato che un sovrintendente gli parli di musica e non di budget.

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