lunedì 18 giugno 2018

Siamo finiti nella mani di un esercito di pezzenti che vanno a mendicare biglietti per lo stadio dal grande corruttore, felice di regalarli in previsione di favori futuri

I nostri politici non finiscono di meravigliarci per la loro pochezza umana.  Alcuni di loro sarebbero pronti a offrire perfino mogli e figlie in cambio di un piatto di lenticchie. Per concedere favori non meritati  si accontentano di  qualche migliaio di Euro, come landruncoli, topi d'appartamento e  scippatori.

 Si viene a sapere che nessuno di coloro che avevano da tempo rapporti con l'innominato, il costruttore Parnasi, lo conoscevano bene;  con lui solo rarissimi incontri, perlopiù casuali, senza che mai sia il corruttore che gli aspiranti corrotti abbiano mai toccato l'argomento per cui si conoscevano e frequentavano: intrecci perversi tra affari e politica.

 E si è saputo anche, a dimostrazione che i loro incontri erano casuali, che gli hanno chiesto in diverse occasione soltanto qualche biglietto per le partite della Roma, dei quali lui non disponeva in prima persona ma che chiedeva alla società, precisando che si davano non a tutti i questuanti, ma solo a coloro che potevano essere utili al momento giusto. Logica sulla quale anche la società sportiva si trovava d'accordo, visto il mega progetto dello stadio, che forse mai si farà.

 Noi abbiamo esercitato il mestiere di critico musicale per la carta stampata - che comunque in altra maniera continuiamo a fare - per alcuni decenni. Ebbene, mai abbiamo chiesto un biglietto in più di quello che ci veniva offerto per esercitare il nostro lavoro critico. O forse lo abbiamo fatto quattro o cinque volte, in quasi quarant'anni di attività. Un record,  perchè non riconoscerlo?, mentre tante volte ci siamo trovati accanto colleghi accompagnati da mogli, fidanzate, amanti amiche o figli. Le istituzioni glieli concedevano senza fiatare, sapendo che poi se li sarebbero fatti amici... esattamente con la stessa tecnica 'ricattatoria' di Parnasi, in campi diversi.

 Beh, a Parnasi per ottenere biglietti per le partite della Roma, si sono nel tempo rivolti Salvini, sì proprio lui - magari avrà incaricato qualcuno del suo staff; ma perchè non comprarli? gli mancavano forse i soldi? certamente no. Ma per un parvenu come lui dimostrare che i biglietti per lo stadio lui può ottenerli sempre e gratuitamente è motivo di orgoglio  e di dimostrazione del potere raggiunto - ma anche, fra gli altri, Francesco Boccia, a capo della Commissione bilancio del Parlamento. E qui c'è una riflessione in più da fare. Francesco Boccia, PD, è sposato a Nunzia Di Girolamo (battezzata ieri sera, nel corso del lugubre dibattito su Fabrizio Corona,  da Giampiero Mughini, la 'suora', per i suoi atteggiamenti moralistici, che fa la opinionista in tv e si è pure candidata per il Cda Rai) e la coppia parlamentare, sebbene su opposti schieramenti,  da molti anni si fa accreditare sul proprio conto bancario, qualcosa come 30.000 Euro circa  ogni mese. Ora, non è una vergognosa vergogna che  lui chieda biglietti a Parnasi, sapendo bene chi è, ed anche che un giorno o l'altro dovrà restituirgli il favore?

Di questi parlamentari, esempi preclari di pochezza umana, pezzenti in ogni senso,  da veri signori  noi ci vergogniamo.

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