giovedì 7 giugno 2018

Festival MiTo 2018. Giorgio Colombo Taccani io lo conosco (2)

Carissimo Maestro Acquafredda, che piacere mi fa questa tua lettera
(perdona se con qualche imbarazzo passo anch'io subito al tu...).
Vuoi che non mi ricordi di quel concorso? Anzi, ho le prove di quanto dico e
le metto qua sotto:
Un paio di mesi fa sono stato invitato dall'ottimo Emanuele Arciuli
all'Accademia di Pinerolo - dove ha tenuto un corso dedicato al repertorio
contemporaneo - per parlare delle mia malefatte pianistiche e ben da quel
lontano pezzettino sono partito.
Devo moltissimo a quel concorso, dove non ci furono in verità vincitori ma
due segnalati (o menzionati con onore, non ricordo la dicitura); insieme a
me vi fu Erik Battaglia, che il caso vuole mio attuale collega al
Conservatorio di Torino come docente di Musica Vocale da Camera.
A rileggere i nomi presenti in giuria vengono i brividi ed hai
perfettamente ragione: non so dove attualmente possano vantare un
"Dream Team" di quel livello (anzi, lo so: da nessuna parte). Io ricordo
perfettamente quando, tornato una sera a casa, trovai un bigliettino sulla
scrivania con la frase sibillina "Telefonato Acquafredda. Richiama
domani", ricordo le gambe tremolanti alla successiva telefonata e l'attesa
spasmodica per l'uscita del numero con il mio pezzettino pubblicato.
Ricordo anche l'esecuzione successiva a Castel Sant'Angelo ad opera del
povero James Avery, che ho ancora in cassetta. Per me, come scrivo sopra,
fu un'iniezione di fiducia decisiva, anche perché ero davvero all'inizio del
mio percorso di studi per quanto riguarda la composizione e non avevo
avuto né altre esecuzioni al di fuori di saggi scolastici (pochissimi, del
resto) né altri risultati in concorsi (come esigeva il bando, se non ricordo
male). Il pezzo è stato eseguito in seguito numerose altre volte ed è il mio
pezzo più "antico" che risulti pubblicato (ne sono seguiti altri, per qualche
anno, che ho preferito dimenticare senza rimpianti). Poi, certo, da lì in
avanti sono successe un po' di altre cose, ma, se pur belle, senza che esse
mi abbiano dato la stessa emozione un po' ingenua e appagante di quella
volta. Fu un'operazione meritoria da parte di PianoTime e, per dar il
giusto merito a tutti, lo fu anche la decisione del mio primo maestro Pippo
Molino di spingere tutta la sua classe a partecipare. Non so quanti poi
effettivamente lo fecero (ad esempio non so se partecipò il mio allora
compagno Gianandrea Noseda...) ma anche quella spinta merita
assolutamente di essere ricordata.
Ecco, questo è quello che mi ricordo e che, come vedi, mi piace ancora
ricordare. Mi piace anche ricordare con affetto i capelli che avevo in quella
fotografia fatta da una fidanzata di allora (non trovai di meglio da
mandarvi, ahimé...).
Un carissimo saluto e grazie ancora, trentatré anni dopo...
Giorgio

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