«In questi giorni raccolgo solidarietà bipartisan, ma si sta rivelando ipocrita: da una parte solidarietà, dall'altra qualcuno sta armando il Garante della privacy per punire Report e dare un segnale esemplare a altre trasmissioni. Ciò che dico lo affermo con cognizione di causa, e lo si vedrà nelle prossime ore. Chiedo che il Garante europeo verifichi come sta operando il Garante della privacy italiano, perché sembra agire come un' emanazione del governo»: parole forti di Sigfrido Ranucci, in collegamento con una conferenza stampa organizzata al Parlamento europeo di Strasburgo dal deputato dem Sandro Ruotolo.
Nei giorni scorsi Sigfrido Ranucci, il giornalista d’inchiesta e conduttore di Report vittima di un attentato lo scorso 16 ottobre, è intervenuto a un seminario al Parlamento europeo di Strasburgo, in occasione del premio giornalistico dedicato alla reporter maltese Daphne Caruana Galizia. In quel contesto si è scagliato contro le cause bavaglio, «uno strumento di delegittimazione» su cui l’Unione ha legiferato ma che l’Italia ancora non combatte con decisione. La direttiva non è ancora stata recepita dal governo italiano. Ranucci, collegato da remoto, ha anche denunciato un problema «ormai a livello mondiale», gli attacchi al diritto di informazione. «Senza informazione consapevole non si possono fare scelte indirizzate al bene comune» ha affermato il giornalista.
Intanto Matteo Salvini va all'attacco: «L'attentato a Ranucci deve essere diffusamente condannato, ciò non toglie che ritengo il suo un modo di fare giornalismo poco rispettoso della verità dei fatti» ha detto il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, intervenendo a un evento del quotidiano Libero in corso a Roma.
E alle dichiarazioni del giornalista reagisce il Garante: «In relazione alle gravissime affermazioni rese da Sigfrido Ranucci in data odierna nel corso della conferenza stampa al Parlamento europeo di Strasburgo, il Garante della privacy, nella totalità dei componenti, ribadisce l’assoluta indipendenza e trasparenza del proprio operato a difesa della legalità.


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