giovedì 23 ottobre 2025

Il quotidiano argentino 'La Nacion' rivela come B.V. fu fatta nominare al Colon di Buenos Aires, 'direttore ospite' ( da L'Espresso)

 Che sia in Italia o all’estero, le nomine di Beatrice Venezi continuano

 a far discutere. Qualche giorno fa, il 17 ottobre, lo sciopero a La Fenice

 di Venezia. Ora un altro caso, dall'altro lato dell'oceano. La Nacion, il 

principale giornale argentino, nel raccontare l’agitazione della scorsa

settimana, riporta tra le righe di una lettera, inviata dall’ambasciata italiana

 in Argentina, in cui “l’amicizia con Meloni” e il suo “incarico di 

consigliera al ministero della Cultura” sarebbero stati indicati 

come elementi per caldeggiare la nomina di Venezi a direttrice ospite

 dello storico Teatro Colon di Buenos Aires. Un bigliettino da visita, 

somma, in cui sarebbero stati enfatizzati i legami politici.

 

La presenza di Venezi faceva parte di un programma culturale più ampio

 — “Divina Italia”, promosso dall’ambasciata italiana e dall’Istituto 

italiano di cultura — non cucito interamente su di lei. Ma che oggi, mentre 

le acque a La Fenice di Venezia non si sono ancora calmate, torna a far

notizia.

 

“Se quello che scrive il quotidiano argentino La Nacion su Beatrice 

Venezi fosse confermato, saremmo ufficialmente all'esportazione 

internazionale dell'amichettismo meloniano”, afferma in una nota il

deputato del Movimento 5 stelle, Gaetano Amato, annunciando la 

presentazione di un'interrogazione parlamentare. “Ha scritto nero su 

bianco che nel novembre 2024 Beatrice Venezi sarebbe stata nominata

direttore ospite dell'Orchestra del Teatro Colón di Buenos Aires su richiesta

 dell'ambasciata italiana e grazie a una lettera di presentazione politica 

che citava la sua amicizia con Giorgia Meloni e il suo ruolo di consigliera 

del ministro della Cultura. Riecco dunque l'essenza della politica 

meloniana, stavolta in salsa internazionale: la politica che si fa 

raccomandazione diplomatica, il potere che si traveste da cultura per 

piazzare i propri amici nei luoghi internazionali dell’arte”.

 

"Ci dica il ministro degli Esteri se quanto riportato dal prestigioso quotidiano

 argentino corrisponda al vero — continua il deputato pentastellato —. 

Il nostro corpo diplomatico, davvero è stato utilizzato per raccomandare

 un'amica di Giorgia Meloni? Perché se l'amicizia con la premier e

 le consulenze per il suo governo sono diventate un biglietto da visita

 per i teatri del mondo, allora l'Italia non esporta più musica: esporta 

clientele. Almeno su questo i dazi sarebbero buoni.


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